Profili di donne dell'antica Roma sottratte al silenzio e forse all'oblio cui avrebbe voluto condannarle una città di uomini: una città di padri, di mariti, di figli.

Dopo il successo degli altri volumi della serie, da Barocco al femminile a Medioevo al femminile, da Grecia al femminile a Rinascimento al femminile, questo volume - che raccoglie i contributi di alcuni tra i maggiori storici europei di Roma antica - introduce in un mondo e in una società di cui anche le donne hanno contribuito a scandire ritmi e percorsi: in politica, a teatro, nella cultura, nella vita religiosa.
Augusto Fraschetti è stato Directeur d'études associé presso la V sezione dell'Ecole Pratiques des Hautes Etudes. Attualmente è ordinario di Storia amministrativa romana nell'Università «La Sapienza» di Roma. Ha curato l'edizione di un manoscritto inedito di Bartolomeo Borghese. Ha tradotto per la Fondazione Lorenzo Valla il secondo, il terzo e il quarto libro delle Storie di Erodoto. Per i nostri tipi ha pubblicato Roma e il principe (1990).
Franca Ela Consolino (Università della Calabria); Andrea Giardina (Università di Roma «La Sapienza»); Corrado Petrocelli (Università di Bari); Emanuela Prinzivalli (Università di Perugia); Silvia Ronchey (Università di Siena); John Scheid (Ecole Pratique des Hautes Etudes); Giusto Traina (Università di Perugia); Catherine Virlouvet (Ecole Française de Rome).
( dal risvolto di copertina del volume pubblicato nell'anno 1994 dell'editore Laterza)
« Ipazia rimase nota a tutto il Settecento protestante, come testiomonia la produzione letteraria dell'anticlericalismo anglotedesco: dalle satire di Henry Fielding, che immagina un improbabile fidanzamento tra la filosofa e Giuliano l'Apostata, lamentando la perdita dell'anello nel rogo del cinario, ai Moralische Briefe di Wieland, che la esalta e la accosta a Socrate.
/.../ Ma in realtà la grande fortuna di Ipazia in poesia e in letteratura /.../ si deve al drammatico contrasto fra l'essere donna e l'essere coinvolta in due vicende entrambe virili: la filosofia e una morte violenta, tanto da divenire un martirio, se pure laico. A far amare Ipazia dai letterati "puri" non è stata certo la sua presunta conversione al cristianesimo ma al contrario la fedeltà al platonismo e all'ellenismo assediato dalla barbarie culturale, all'interno, come da quella etnica all'esterno dell'Impero. In questa predilezione completamente laica per Ipazia i poeti moderni hanno stabilito con gli alessandrini un ponte che travalica la restante letteratura. »
( dal saggio "Ipazia, l'intellettuale" di Silvia Ronchey)
"Roma al femminile" è pubblicato da Laterza
Una versione tradotta in lingua inglese è stata pubblicata dalla University of Chicago press

