Molte ipotesi sono state fatte sul culto dei martiri nella Chiesa cristiana primitiva, e sugli
Atti e passioni, raccolti in questo volume. Sappiamo con certezza che questi acta martyrum presuppongono un'opera di redazione, che poggiava sia sulla consultazione degli archivi sia su quella dei testimoni oculari.





Quando il redattore greco o latino - spesso uno scrittore di grandi qualità letterarie - aveva ultimato il proprio lavoro, il documento era riconosciuto come ufficiale dalla Chiesa e depositato nei suoi archivi. Lo si impiegava nella celebrazione dell'anniversario, sul luogo stesso del martirio. Oggi riconosciamo in questi Atti e passioni dei Martiri alcuni dei grandi testi, in cui l'antichità - sia pagana che cristiana, persecutori e vittime - ci parla con voce più diretta e commovente. La passione del martire è una continuazione della passione di Cristo: Dio è sempre presente nella storia, e « mantiene le sue promesse in ogni tempo, come testimonianza per i non credenti, grazia per per i credenti ». Gli Atti e le Passioni sono elaborate opere letterarie, dove gli orrori e le crudeltà e gli strazi di gusto elisabettiano, le visioni oniriche che anticipano il martirio, la fedeltà, la fiducia, le estasi e il fanatismo dei credenti, la strana tolleranza dei persecutori, un grandioso senso teatrale e spettacolare, radiosi anticipi celesti si fondono in forme sovente perfette.

Questo volume, curato da un gruppo di studiosi olandesi allievi di Christine Mohrmann, raccoglie tutti i testi più significativi: il
Martirio di san Policarpo, il Martirio dei santi Carpo, Papilo e Agatonice, il Martirio di san Giustino, gli Atti dei Martiri di Lione, gli Atti dei Martiri di Scili, la Passione di Perpetua e Felicita, il Martirio di Pionio, gli Atti di Cipriano, gli Atti di Massimiliano, gli Atti di Filea, il Testamento dei quaranta Martiri, la Passione di Agnese.



Curatori:

A.A.R. Bastiaensen
fa parte della congregazione della Missione di San Vincenzo de' Paoli, e insegna alla Facoltà di Lettere dell'Università cattolica di Nijmengen. Ha scritto: Observations sur le vocabulaire liturgique dans l'itinéraire d'Egérie, Le cérémonial epistulaire des Chrétiens latins e il commento alle Vite di Cipriano, Ambrogio, Agostino, Ilarione nella raccolta Vite dei Santi diretta da C.Mohrmann per la collana « Scrittori greci e latini » della Fondazione Valla.

A. Hilhorst insegna alla Facoltà di Teologia dell'Università di Groninghen. Ha scritto: Semitismes et latinisme dans le Pasteur d'Hermàs; collabora a un'edizione olandese degli Apocrifi del Nuovo Testamento.

G.A.A. Kortekaas insegna latino medievale all'Università di Groningen. Ha curato un'edizione critica della Historia Apolloni regis Tyri e collabora a una edizione critica delle Revelationes dello Pseudo-Metodio.

A.P. Orbán, nato in Ungheria, è professore di latino medievale all'Università di Utrecht. Ha scritto: Les dénominations du monde chez les premiers auteurs chrétiens, Die Frage der ersten Zeugnisse des Christenlateins, Ursprung und Inhalt der Zwei-Staaten-Lehre in Augustins « De civitate Dei ». Ha curato l'edizione del Liber Floretus e della Corrrispondenza e del Liber ehortacionis di Heinrich von Kalkar.

M.M. van Assendelft insegna al Ginnasio di Groningen. Ha scritto: Sol Ecce Surgit Igneus. A commentary on the morning and evening hymns by Prudentius.



(dal risvolto di copertina dell'edizione del 1987)














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