ago 2007
I piedi del sultano e l'ubriaco di Gombrich
31/08/07 Archiviato in: L'enigma di Piero
Gentilissima signora,
è vero che, come l'ubriaco di Gombrich, anche noi cerchiamo le "chiavi" là dove c'è la luce dei nostri preconcetti; e questa, nel mio caso, non avrebbe potuto che illuminare piedi calzati, dal momento che non riesco neppure a concepire il Turco con le insegne degli dei e degli eroi.
D'altra parte, mi pare, solo se fossero nudi -e, dunque, palesemente trasgressivi di un codice iconografico consolidato- dovremmo ritenre che a quei piedi Piero abbia affidato il compito di alludere ad altro: verosimilmente proprio alle mire del sultano di "scalzare" l'imperatore bizantino.
Se così non fosse, però, verrebbe forse meno l'anello più solido -perchè inequivoco- della catena dei piedi, non bastando quelli del bel giovane misterioso a reggere da soli il "gioco dei calzari di porpora", posto che la loro nudità risulterebbe compatibile tanto -se non più- con l'assolutezza di figure ideali, quanto con la contingenza di una successione al trono.
Piero
Carissimo Piero,
la ringrazio davvero delle sue ipotesi e riflessioni, che come avrà potuto constatare hanno sollecitato l'interesse e l'intervento di altri visitatori del sito: siamo in attesa di una definitiva diagnosi sui pigmenti, che come ci suggerisce nella sua mail Claudio De Simoni, del Gabinetto Interregionale di Polizia Scientifica di Ancona, potrebbero venirci dal Laboratorio di analisi non distruttive ed archeometria del Dipartimento di Energetica dell'Università di Roma La Sapienza, e in particolare dal Prof. Mario Piacentini.
Anch'io ormai ho occhi presbiti, e in ogni caso è ciò che l'occhio non può vedere, quanto meno se privo dell'assenso dell'intelletto, che più interessa il cultore di ogni ricerca - io credo.
SR
Gentilissima signora,
la ringrazio della cortesia con la quale ha risposto alla mia pecedente lettera, ma ancor più voglio ringraziarla -cosa che, preso com'ero dai piedi del turco, imperdonabilmente non ho fatto prima- del grande dono dell'Enigma.
Come "personali strumenti d'indagine" ho solo occhi ormai presbiti, e da sempre un po' daltonci, dei quali, come è ovvio, non posso fidarmi.
Le auguro una buona vacanza
Piero
L'enigma di Piero, traduzione in altre lingue
19/08/07 Archiviato in: L'enigma di Piero
Dear professore Ronchey,
With ‘red ears’ i am reading your fascinating book/thriller on Piero’s Enigma. For me it is a little difficult, because of my deficient Italian. But perhaps the book will be translated in English. For me a special interest in the subject of this book is the project on which a colleague Zweder von Martels, and I am working, already five years: a study on Enea Silvio Piccolomini, and a translation of selected parts of his works. In the middle of this is the crusade-plan of Pius and, as you writes, Bessarion. The translation into Dutch of these writings is my job.
On my internet-site you can find something. I have made a link to your url with the music of Dufay with text scrolling of this beautiful motet.
( http://home.planet.nl/~golds067/navigat.htm )
I hope you will continue your investigation.
Best wishes and regards,
michel
Caro Michel,
le rispondo in italiano, visto che conosce questa lingua abbastanza da essersi avventurato (ne sono più che lusingata) nel mio Enigma di Piero, e anche perché tutti i visitatori del sito possano leggere la risposta alla sua gradita mail.
Sono certamente molto interessata ai suoi studi su Enea Silvio e sul tentativo di crociata in Moerea, così come in generale all'insieme del progetto che ha in corso con Zweder von Martels. E sono felicissima del link con il suo sito, che in effetti potrebbe incrociarsi e anche approfondirsi (ad esempio, cross-links specifici potrebbero collegare parti del mio Regesto Maior di note a parti del progetto olandese).
Ma mi rendo conto che per una collaborazione piu' proficua la lingua italiana non è l'ideale. E ne approfitto per segnalare a lei, e a quanti dovessero leggere questa risposta, che mentre sono già in corso le traduzioni in francese (per la casa editrice Les Belles Lettres) e in greco moderno (per la casa editrice MIET) dell'Enigma di Piero, il libro non ha ancora trovato - francamente non capisco perché, penso davvero sia un caso - un editore in lingua inglese. Rivolgo quindi ai lettori, oltre che a lei, un piccolo appello: conoscete qualcuno che abbia voglia di tradurlo in lingua inglese? vi viene in mente qualche editore che possa avere voglia di pubblicarlo, in Inghilterra o in America?
SR
San Paolo ai Corinzi
16/08/07
Cara sig.ra Ronchey
ho letto il suo ultimo articolo su "Io Donna" del 28/07/2007.
Vorrei da cristiano e dunque da Cattolico speiegarLe alcune inesattezze cola' espresse. Lei cita a sproposito S. Paolo per giustificare il velo islamico e volendolo assimilare al velo cristiano.
Ma per favore! Nessun parallelo superficiale tra quel significato di Devozione e il loro dedicato invece ad Allah, ma soprattutto al suo privilegiato fedele: il "maschio padrone"! Il velo, molto piu' in passato, e' tuttora usato dalle fedeli Cattoliche e Greco Ortodosse solo e durante le funzioni religiose.
S. Paolo, astutamente, e' estrapolato dal contesto della lettera del Santo.. Egli afferma anche, nella stessa ai Corinzi, riportata a meta' nel "pezzo": "Pero' nel Signore, ne' la donna e' indipendente dall'uomo ne' l'uomo puo' essere senza la donna; poiche' come la donna e' dell'uomo, cosi' l'uomo nasce per mezzo della donna, e tutto e' da Dio". E sempre S. Paolo (Efes. capo V) scrisse: "Voi uomini amiate le vostre mogli come Cristo amo' la Chiesa dando se stesso per Lei" e aggiunge poi "Cosi' i mariti, devono amare le proprie mogli come i propri corpi, infatti chi ama sua moglie ama se stesso". Come si puo' notare un concetto di donna ben differente!
Distinti saluti,
Maurizio
Caro Maurizio,
a lei l'islam non va proprio giù, eh?
Ho già segnalato che la sezione "Contatti" di questo sito vorrebbe servire soprattutto allo scambio di informazioni e suggestioni scientifiche, non alle polemiche, specialmente quelle infinite.
A mo' di risposta, comunque, a quanto lei cita di San Paolo, le sottopongo a mia volta il testo intero della citazione di questo grande dalla quale ho estrapolato la parte (tutto sommato la più innocua) sull'uso femminile del velo. Giusto per cercare di mostrarle, ancora una volta, quanto complesse, ambigue, non univoche siano le presunte "verità", a un approccio non dogmatico ma aperto: qual è quello di ogni storico, indipendentemente dalle sue predilezioni culturali o convinzioni religiose.
SR
Paolo, Prima lettera ai Corinzi, 11, 2-10
2 Vi lodo poi perché in ogni cosa vi ricordate di me e conservate le tradizioni così come ve le ho trasmesse. 3 Voglio però che sappiate che di ogni uomo il capo è Cristo, e capo della donna è l'uomo, e capo di Cristo è Dio. 4 Ogni uomo che prega o profetizza con il capo coperto, manca di riguardo al proprio capo. 5 Ma ogni donna che prega o profetizza senza velo sul capo, manca di riguardo al proprio capo, poiché è lo stesso che se fosse rasata. 6 Se dunque una donna non vuol mettersi il velo, si tagli anche i capelli! Ma se è vergogna per una donna tagliarsi i capelli o radersi, allora si copra.7 L'uomo non deve coprirsi il capo, poiché egli è immagine e gloria di Dio; la donna invece è gloria dell'uomo. 8 E infatti non l'uomo deriva dalla donna, ma la donna dall'uomo; 9 né l'uomo fu creato per la donna, ma la donna per l'uomo. 10 Per questo la donna deve portare sul capo un segno della sua dipendenza a motivo degli angeli.

