Byzantina Symmeikta
The Institute for Byzantine Studies of the National Hellenic Research Foundation (www.eie.gr) is happy to announce the launch of BYZANTINA SYMMEIKTA, an international peer-reviewed open access journal on 22 April at www.byzsym.org . Please open the attached documents to read about the journal in Greek or English. We will be grateful if you help spread the news about the journal that is available to the international scholarly community.
Starting 22 April you may submit electronically papers for publication and books to be reviewed at www.byzsym.org . More information on BYZANTINA SYMMEIKTA and on Open Access in general can be found at http://www.openaccess.gr .
Sincerely yours,
Professor Taxiarchis Kolias
Institute for Byzantine Research, Athens

Tarocchi (2)
Buonasera Silvia,
sono molto felice di aver ricevuto la sua risposta, mi fa anche piacere che lei prima di rispondermi si sia documentata riguardo i Tarocchi, così mi sarà più facile spiegarle alcuni collegamenti.
Di Moreno Neri avevo già consultato tutto il materiale che sono riuscito a scovare, ma mi mancava come contattarlo, per tanto le sono molto grato dell'informazione.
Incominciamo con le spiegazioni: Oswald Wirth ha sicuramente scritto un gran libro di esoterismo, ma legato a quell'esoterismo che parte da Marsilio Ficino e dal suo invaghirsi degli scritti di Psello, e che sfocia nella Cabala e nell'Astrologia, di fatti in questo libro non troveremo nulla che conduca a Pletone e non troveremmo nulla che riguardi una seria indagine storica sull'origine dei Tarocchi; Mentre sono molto interessanti come indagine storica i libri scritti da Giordano Berti. Ficino non conobbe direttamente Pletone e non ne subì l'influenza diretta, per tanto si rifaceva a quei pochi scritti ed al sentito dire, ma cosa riferita da più fonti è che Pletone insegnasse il suo vero pensiero solo ad una cerchia ristretta di persone e per contatto diretto. é certo invece come lei ben sa, che Pletone fu il gran Maestro della corte Malatestiana di cui ha fatto parte Bonifacio Bembo.
Non so ancora se questo insegnamento è andato perso o se è gelosamente costudito dalla Massoneria Riminese. il Quesito penso potrebbe risolverlo Moreno Neri, ma alcune cose tratte dallo schema che troverà nell'allegato le posso dire con certezza, magari un un secondo momento dopo che avrà consultato il materiale.
L'allegato è una breve presentazione fatta un mese per il mensile Hera, nella speranza di pubblicare un articolo che stimolasse qualche studioso curioso a darmi una mano in una ricerca così ostica, ma per ora la cosa è rimasta in sospeso visto che il direttore per ora non era interessato.
Sono consapevole che molti studiosi seri hanno dedicato anni a cercare delle risposte per questi interrogativi, ma molto spesso gli studiosi si affidano troppo al sapere e poco all'intuizione, arrivando a non vedere quello che hanno sotto gli occhi da sempre. Un esempio eclatante è il suo libro "L'enigma di Piero". Sempre Wirth al capitolo "gli indici rivelatori dei segreti dei Tarocchi" prova a comporre degli schemi basandosi più sulla conoscenza esoterica dei numeri e della cabala piuttosto che osservando veramente le carte, e ne trae delle deduzioni che a volte rasentano il ridicolo. Quando io mi accorsi del vero schema, stavo solo giocherellando con le carte, senza nessun preconcetto in testa e nessuna intenzione di trovare qualche cosa.
Tra guardare e vedere c'è una grossa differenza e solitamente i preconcetti mettono un grosso velo sulle cose che osserviamo.
Nell'allegato come dicevo c'è una breve presentazione, ma è solo uno spunto per far partire una ricerca. il mio desideri è di riuscire a raggruppare quelle persone che hanno la voglia e le capacità di ricostruire questa meravigliosa storia rimasta in un limbo per troppo tempo.
Da parte mia, prima di un anno fa ero completamente a digiuno sia di Tarocchi che di storia Bizantina.
Comunque ritengo di avere abbastanza conferme per essere sicuro di quello che sto affermando, ma non abbastanza materiale per poter scrivere un libro serio e preciso su di una vicenda così complessa. D'altra parte, libri sui tarocchi ne sono stati scritti un'infinità ed aggiungere stupidaggini solo per scriverne uno non rientra nei mie progetti. Scrivere un libro da solo vorrebbe dire dover consultare un'infinità di documenti con la possibilità di confondere "pan per focaccia" visto che non è il mio mestiere, ma l'argomento mi ha talmente intrigato che voglio assolutamente arrivare a ricostruire questa storia.
Scusi se ho scritto questa mail non troppo correttamente ma oggi sono un po' di fretta ed altrettanta fretta c'è per la voglia di risponderle.
un cordiale saluto,
Stefano
Salve Silvia
le invio l'articolo che ho scritto per il mensile Hera, dove espongo la scoperta dello Schema.
Rivelandole alcuni contenuti dello schema penso così di darle un'idea più autentica del motivo che mi fa puntare il dito verso Pletone come loro ispiratore e perché sostengo che da Gebelin in poi, compreso Wirth è solo stato fatto confusione riguardo i tarocchi.
un cordiale saluto
Stefano
Schema tarocchi
Caro Stefano,
grazie dei chiarimenti, e della fiducia nell'affidarmi il suo materiale.
Ho bisogno, di nuovo, di un po' di calma per leggerlo con attenzione e capire e valutare bene i suoi argomenti.
Non appena avrò letto il tutto - e sono sicura che lo farò con grande interesse - mi farò di nuovo viva.
Per ora un cordialissimo saluto,
SR
in ricordo del Prof. Giuseppe Nomi
Sono Roberto,
le scrivo queste righe per ringraziarla per il suo lavoro “L’enigma di Piero”.
Sono un milanese trasferitosi a Sansepolcro da alcuni anni. Non sono uno studioso di arte, semplicemente un curioso. Da quando, circa otto anni fa, ho conosciuto il Prof. Giuseppe Nomi la curiosità è diventata anche passione.
Non so se lei ha conosciuto il Prof. Nomi (purtroppo recentemente scomparso) fondatore e poi preside dell’Istituto d’arte di Anghiari, grande conoscitore di Piero della Francesca e scopritore di un affresco di Piero nella ex chiesa di Santa Chiara a Sansepolcro. Una persona veramente squisita.
Quando appena pubblicato il suo libro, mi è stato regalato da amici, sono sincero, l’ho accolto con un pizzico di scetticismo, poi appena aperto e iniziato la lettura, con gioia mi sono ricreduto.
Mi è piaciuto anche il modo con cui lei ha trattato questo argomento, come una specie di romanzo per i “non addetti ai lavori” e contemporaneamente con tutte le informazioni e riferimenti utili per degli approfondimenti.
Contemporaneamente iniziavano anche le disquisizioni con Beppe Nomi, anche lui scettico all’inizio, poi sempre più curioso.
Con piacere le segnalo che anche lui ha condiviso la sua tesi sull’interpretazione del quadro, ma in particolare era contento per il metodo scrupoloso e scientifico con cui è trattato l’argomento, in un mondo dove regna tanta ignoranza e presunzione.
Queste poche righe, sono anche un ringraziamento a, e da parte di Giuseppe Nomi
Grazie
Arrivederci
Roberto
Caro Roberto,
il fatto che abbia inviato questa lettera in modo non direttamente leggibile dai visitatori del sito mi induce anzitutto a domandarmi, anzi a domandarle, se desidera o no che venga pubblicata interamente in chiaro nel Libro degli Ospiti.
La ringrazio davvero per le sue parole cosi' belle sul mio Enigma di Piero, e soprattutto per il ricordo toccante che trasmettono di una personalità come quella di Giuseppe Nomi.
Sapere che anche lui ha letto o cominciato a leggere il mio libro mi lusinga e mi commuove. Cosi' come il fatto di avere vinto le esitazioni di due lettori, come voi, esigenti e scettici.
Faccio parte anch'io di questa categoria, che dunque conosco bene. Convincere, in parte almeno, dei lettori miei affini era il piu' ambizioso degli obiettivi - un inconfessato obiettivo su cui ero scettica!
Un caro saluto,
SR
Cara Silvia Ronchey
La ringrazio per la sua risposta, e vorrei risponderle al quesito sulla pubblicazione sul libro degli ospiti.
Il motivo principale è stato perché le facevo riferimento al prof. Giuseppe Nomi, persona di tanta cultura quanta riservatezza, oltre che grandissima saggezza ed umiltà.
Le cito solo un esempio: nelle nostre discussioni, esprimeva una tesi (10 secondi) portava la sua dimostrazione (mediamente un ora) e poi chiudeva con l’espressione “sbaglio?”
Non si poneva mai come il depositario di verità assolute.
Ecco perché ci è piaciuto il suo libro: una tesi con il massimo delle dimostrazioni trovate, senza forzature pretestuose.
Comunque se volesse pubblicare questi scritti interi o in parte, nel libro degli ospiti, si senta in piena libertà.
Un particolare, secondo me non indifferente, che mi ha aiutato ad apprezzare il suo libro, è la forma espositiva. Sia una forma semplice e descrittiva, quasi fosse un romanzo, contemporaneamente a tutte le notizie tecniche del caso. Pertanto un libro utile ai “profani” come me, che hanno modo di accrescere la loro cultura, sia in modo semplice o più approfondito, come agli “addetti ai lavori”.
Questo sicuramente le ha attirato qualche critica, ho letto qualcosa del tipo “è un libro nato sull’onda del codice di Brown”; (forse chi ha scritto, non ha letto).
A proposito di modi diversi di lavorare, ho letto anche il libro di Bernd Roeck “Piero della Francesca e l’assassino”.
Non posso dire che abbia usato la stessa sua professionalità, anzi tutt’altro. Mi è sembrato molto approssimativo, intento a “costruire” più che “trovare” prove.
(Purtroppo non ho più il prof. Nomi con cui discutere di questo).
Riporto come esempio due paragrafi successivi presenti a pag. 48,49 dove questa contraddizione è evidente: prima si presenta una “certezza” provata con prove “non provanti” (le tonalità citate come prova, Piero le potrebbe avere apprese in molti modi); poi si chiude il discorso “riparando” in una generica ipotesi per, come si dice, “salvare capra e cavoli”.
Un’ulteriore prova del fatto che Piero sia stato testimone oculare della processione dei greci, è fornita dal colore del cappello di Pilato, per il quale sono impiegate le stesse tonalità documentate da appunti scritti di Pisanello. Solo le raffigurazioni dipendenti dalla medaglia – come il Teseo cesenate o il dipinto di Perugia – attribuiscono allo skiadion dei colori immaginari. Una medaglia di bronzo, del resto, mostra solo forme, non colori. Su quella di Pisanello, inoltre, non v’era traccia né dell’ “antico” seggio di Pilato, né dei suoi stivali purpurei, simbolo di potere appartenente al costume del “porfirogenito” imperatore d’oriente.
In qualsiasi modo Piero sia venuto a conoscenza dell’aspetto del Paleologo, si trattò di una fonte significativa per raffigurare con archeologica precisione le vesti di dignitari e sovrani dell’antico oriente.
Le ho riportato questo esempio, non solo come riconoscimento del suo lavoro, ma perché sul suo sito ho visto che è previsto un incontro a Venezia il prossimo 23 giugno dove saranno messe le due tesi a confronto.
Io non so, cosa veramente Piero ci abbia voluto trasmettere, non so quale sia la tesi più verosimile, sulle dimostrazioni a queste tesi, secondo me, non c’è storia.
Un caro saluto
Roberto
Caro Roberto,
lei ha colto in pieno l'intento del mio libro: la forma mentis, il metodo di ricerca e di conseguenza quello espositivo, sono in effetti proprio quelli che lei descrive. In questo senso, mi riconosco nella frase d'esordio del testo di Elémire Zolla che ho trascritto e pubblicato sulla Stampa di domenica scorsa - pagina che può trovare fra l'altro pubblicata nella homepage di questo sito - e che suona così: "So alcune cose, altre le so meno, altre non le so, ma se dovessi dire che so qualcosa perché ci credo direi una menzogna".
Quanto al libro di Roeck, le sue tesi non mi convincono e le sono molto grata per avere esemplificato il passo che l'ha colpita negativamente. Anzi, se lei volesse, di qui al 23 giugno, farmi avere altri esempi delle sue riserve, ne sarei ben lieta: le espliciterei nel corso del duello veneziano. Penso infatti che le mie critiche a Roeck possano essere, con tutta la buona volontà, condizionate da una visione di fondo che ormai ha in me radici decennali, e dunque meno oggettive di quelle provenienti da un lettore, come lei, attento e competente, ma nello stesso tempo equanime e distaccato nel giudizio.
Anzi, colgo l'occasione per estendere questo invito anche ai possibili altri visitatori del sito che leggeranno la sua lettera e questa mia risposta.
Un cordialissimo saluto,
SR
Estridentismo
Gentile professoressa,
circa due anni fa le scrisse una lettera a proposito degli scacchi bizantini chiedendole lumi in proposito. Lei fu così gentile da rispondere inviandomi i principali riferimenti bibliografici in materia.
Giorni fa ho assistito a parte della sua conferenza alla Fiera del Libro. Lavoro in una libreria antiquaria torinese e mi trovavo per lavoro nello spazio dei volumi antichi e rari. Purtroppo ho sentito la conferenza solo in modo intermittente perchè dovevo badare allo stand della libreria e mi dispiace di non averla ringraziata di persona per la sua gentilezza.
Sono lontano dai suoi ambiti di studio, di bizantinistica non so francamente nulla e la conosco per i suoi interventi cuturali non specialistici e per le sue apparizioni televisive e radiofoniche.
Siccome credo che queste cose possano interessarle, mi permetto di mandarle due mie traduzioni di poesie "estridentiste".
L'Estridentismo è un movimento affine al Futurismo costituitosi nel Messico degli anni '20: se Marinetti aveva esclamato: "Uccidiamo il chiaro di luna !", gli estridentisti dichiararono in modo altrettanto provodcatorio: "Chopin alla sedia elettrica !". Può immaginare l'impatto diromente di ujn simile programma in un àmbito letterario ancora relativaente conservatore
Al di fuori dell'America Latina, poco o nulla è filtrato dell'estridentismo all'estero e in Italia non esistono, che mi risulti, né saggi su questo movimento né traduzioni di poesie estridentiste. Io sono riuscito solo faticosamente ad avere in fotocopia un'antologia estridentista quasi irreperibile conservata nella biblioteca della Sorbona.
Le due poesie sono di Kyn Taniya, pseudonimo di Luis Quintavilla, uno dei maggiori esponenti del movimento. Queste sono in assoluto le prime versioni in lingua italiana. Saluti,
Alessio
Caro Alessio,
la ringrazio davvero moltissimo delle primizie estridentiste, che mi permetto di pubblicare nel Libro degli Ospiti, perché siano a disposizione di tutti i visitatori di questo sito.
Un cordiale saluto,
SR
::
Farfalle spirituali
gli atomi alati si
ubriacano di luna
gli astri
sono uccelli ebbri di etere che cantano la melodia
del giorno
e questa luminosità
interplanetaria
è un coro di voci dorate
che riempie di allegria lo spazio di cristallo
la luce
si è tramutata in musica per le anime
ed è l'eco tremula di qualche canto universale
NOTTE VERDE
smeraldo freddo
"frappé alla menta piperita"
da lato a lato
attraverserò tutte le tue ore
incrocerò a nuoto
tutte le tue luci
diafane correnti magnetiche
mi solleveranno a riposare
sopra i lastricati dello spazio
e così lentamente
andrò incrociando a nuoto tutte
le ore verdi della notte.
::
::
Venite a visitare il giardino della mia anima
avidi di bellezza
fanciulli accidiosi, venite !
Folli automobili si inseguono per la strada
venite !
I fiori finiscono di essere dipinti
QUI TUTTO E' LUCE
ci sono frutti
in ogni ramo
profuma un'arancia
e le labbra mature sperano nei baci
dopo che ci arrampichiamo sugli alberi
per scorgere la pianura
e ci immergiamo nel fiume chiaro tanto fresco
ma se la notte dura
andremo di stella in stella
comete astri erranti
fuggendo dal giardino
ridicolmente tinto dalla luna
e fin quassù udremo passare
la singhiozzante processione
degli uomini tristi
e poi ancora vi sono ombre che piangono alla luna in questo anno 1921 !
Kyn Taniya ::
(Trad. A. Maggadino)
Gentile professoressa,
le invio le immagini di alcuni volumi delle avanguardie spagnole e latinoamericane come documento dell'eccezionale inventiva grafica che le contrassegnò.
Sia l'aspetto letterario che quello iconografico sarebbero da sondare e divulgare, come le ho detto in Italia non ne è filtrato nulla. Troverà l'immagine della copertina di Urbe di Maples Arce. Si tratta di un poema estridentista che venne tradotto negli Stati Uniti con il titolo Metropolis e che fornì il soggetto a Fritz Lang per il suo capolavoro omonimo. E' un fatto per lo più ignorato dagli stessi studiosi di cinema.
Un cordiale saluto,
Alessio


Caro Alessio,
grazie per le splendide, stupefacenti e - immagino - rare immagini delle copertine spagnole e latinoamericane che mi ha inviato e che pubblico insieme alla sua lettera, per il godimento estetico e intellettuale (ha certo ragione su Lang, e le implicazioni sono grandi!) dei visitatori di questo sito. Sono felice che il mio libro le sia piaciuto, e davvero buona fortuna per il suo.
SR
Gentile professoressa,
sono io a ringraziarla sentitamente, lei mi riserva davvero troppo onore nell'inserire quelle mie traduzioni dagli estridentisti nel suo Libro degli Ospiti.
Forse effettuerò la traduzione integrale di un volume di poesie estridentiste, "Avion" di Luis Quintanilla. Sono testi rarissimi anche in Messico e potrò avere l'originale spagnolo soltanto in fotocopia. Se la cosa le risulta gradita le farò più avanti pervenire altre traduzioni.
Volevo dirle ancora che nelle scorse settimane mi sono cimentato nella lettura del suo libro sulla Flagellazione. Sono un semplice lettore, non uno specialista, e il mio parere conta poco, ma l'ho trovato un libro anche letterariamente bellissimo, davvero avvincente nella ricostruzione e nello scioglimento di uno dei massimi enigmi della pittura occidentale. La ringrazio ancora e la saluto cordialmente,
Alessio
Tarocchi
salve Dott.ssa Silvia
sia così gentile da concedermi qualche istante del suo tempo.
innanzi tutto mi presento. Mi chiamo Stefano, il mio lavoro non è importante per quello che ho da dirle, la mia passione invece si. Difatti la passione che nutro fin da bambino è il sapere, la conoscenza, la ricerca. Questa passione purtroppo, o per fortuna, non è stata capita dai mie genitori, che a quattordici anni invece di farmi studiare mi hanno assunto nella ditta di famiglia, altri tempi.
Le sto dicendo questo per dare senso alla richiesta che andro a farle dopo aver narrato a grandi linee questa storia.
Circa un anno fa ho scoperto uno schema nei Tarocchi. Lo schema dà una luce e una prospettiva completamente diversa su questa grandiosa opera filosofico-artistica, fin qui completamente sminuita e relegata perlopiu nell'esoterismo grazie a dei ciarlatani approfittatori, che dalla metà del 700 in poi, solo perché andava di moda, hanno attribuito quest'opera agli Egizi, o più tardi quando la moda Egizia era decaduta lasciando lo scietro a quella Cabalistica alla magia Ebraica.
Risalendo indietro nel tempo fin dove era possibile riscontrare lo schema, ci troviamo in mano un ultimo mazzo di "Trionfi" (così si chiamavano anticamente i Tarocchi), o meglio il primo mazzo che ha questa caratteristica, e con esso, un nome ed una data precisa.
L'interpretazione dello schema mi portava a pensare che il loro ideatore dovesse essere una persona fuori dal comune, un grande pensatore un filosofo illuminato, che per l'epoca ed il luogo dove comparvero i "Trionfi" non poteva passare inosservato tanta la luce che emanava, proprio come un faro in un mondo dove esistevano solo flebili fuocherelli.
Questo Faro si chiamava Giorgio Gemisto Pletone.
Detto il nome penso che ora possa intuire perché le sto scrivendo.
La mia ricerca sta durando da circa un anno, ma con i miei mezzi a mia disposizione sono arrivato si a trovare delle conferme precise, ma molto insoddisfacenti per scriverne un libro.
il pochissimo materiale reperibile da chi non fa questo di mestiere è veramente misero, mi stavo scoraggiando, finché qualche settimana fa Anch'io ho visto un faro, talmente luminoso che quasi accecava.
Il nome del Faro è "L'enigma di Piero" ed è da quando ho visto questa luce, brillare nel buio che si era fatto nel tempo sulla storia di questi avvenimenti, che ho l'immenso desiderio di conoscere il suo costruttore.
Nell'Enigma di Piero ho trovato tutti gli elementi che mancavano alla storia dei Tarocchi, descritti con una precisione, una competenza ed una completezza che mai mi serei aspettato, le due storie si accavallano e si completano a vicenda.
Penso che "La vera storia dei Tarocchi" potrebbe essere il perfetto seguito de "l'Enigma di Piero", un altro sasso gettato nello stagno che si è formato su questi avvenimenti, per smuovere delle acque che sono state per troppo tempo immobili.
La volontà di conoscerla, è anche dettata dalla consapevolezza che per esporre con la dovuta competenza e credibilità questa storia, la sua figura è molto più adatta della mia, semplice lettore curioso con diploma di terza media.
Con questo la saluto cordialmente, nella speranza di aver suscitato abbastanza curiosità in lei per esaudire questo mio desiderio.
sinceramente Stefano
Caro Stefano,
perdoni il ritardo con cui le rispondo ma sapendo quanto grande sia la complessità dell'argomento dei tarocchie, e quali e quante connessioni esistano, come lei ha giustamente intuito, con il mondo platonico tardobizantino e protorinascimentale, e in particolare con Gemisto Pletone, ho voluto consultare un collega specificamente esperto dell'argomento, il Prof. Moreno Neri, in modo da fornirle alcuni dati che le suggerirei di confrontare con i suoi, prima di formulare definitivamente, e se lo desidera sottoporre a me o meglio ancora a lui, la sua teoria sui tarocchi.
A quanto mi comunica Neri, il testo fondamentale sulla loro simbologia è quello di Oswald Wirth (che si basa però sui tarocchi di Marsiglia). Quanto al web, le uniche cose un po' serie sull'argomento sono
http://www.levity.com/alchemy/mantegna.html
http://www.tarot.com/about-tarot/library/boneill/neoplatonism
che probabilmente già conoscerà.
La connessione Catari - Tarocchi - Pletone è nata in ambienti occultistici a partire da Eliphas Levi; è stata ripresa dalla Società Teosofica, conosciuta da Pound, attraverso il suo soggiorno londinese e la conoscenza di GRS Mead e la "Quest Society", e amplificata nella sua teoria della "Tradizione celeste" (si veda l'illuminante libro "Pound e l'occulto: Le radici esoteriche dei Cantos" di Demetres P. Tryphonopoulos).
Fra l'altro, da questi studi Pound trasse l’idea che il fatale errore politico di Sigismondo Malatesta fosse stato quello di prestare il suo appoggio agli Angiò, originari della Francia meridionale, la terra di Provenza, e che forse la campagna ecclesiastica contro di lui di cui si parla nel mio Enigma di Piero non fosse il risultato di considerazioni politiche temporali ma un tentativo di sopprimere una tradizione eretica e neopagana, analoga a quella che in precedenza era stata soffocata in Provenza" (M. Neri, "Antonio Beltramelli e il Tempio Malatestiano tra eros e airesis", in appendice a Un tempio d'amore / Antonio Beltramelli; illustrazioni di Francesco Nonni, Raffaelli, Rimini, 2004, p. 78]
A quanto capisco, un rapporto diretto Tarocchi/Pletone, finora almeno, non è documentabile, e dunque un saggio sulla materia è arduo da scrivere. D'altra parte la questione e l'ipotesi sono, davvero, oltremodo curiose. Lei mi scrive di essersi ispirato al mio Enigma, ma non - è il caso di dirlo - quali carte ha in mano. Le ripeto: i miei colleghi, che pure hanno sempre intuito l'esistenza di quel rapporto e hanno scavato ovunque nella speranza di documentarlo, non ne hanno mai trovate.
Diverso è, ad esempio, il caso dei bassorilievi del Tempio Malatestiano (pure provatamente connesso all'insegnamento di Gemisto Pletone), molti dei quali hanno sorprendenti somiglianze con i Tarocchi Visconti-Sforza. Ma il loro autore è Bonifacio Bembo, che come ben le sarà noto era membro dell'Accademia malatestiana. Qui un po' di documentazione c'è: "Nel 1451 Bianca Maria Visconti scriveva al marito Francesco Sforza di inviare a Sigismondo Malatesta un mazzo di « quelle carte di trionfi che se ne fanno a Cremona ». L’11 dicembre 1450 gli Sforza avevano commissionato al tesoriere ducale di Cremona Antonio Trecchi « carte de triumphi delle più belle poray trovare ». Erano i Tarocchi Visconti-Sforza." (ibid., p. 92 e ss. per il parallelo tra la sesta lama "Gli Innamorati" e "La Concordia" nella Cappella delle Arti Liberali).
Un bravo astrologo riminese, Giovanni Zavatta, che ha anche elaborato e stampato un suo mazzo di Tarocchi malatestiani che possiedo, ha recentemente fatto una conferenza a Rimini, in un locale che si chiama "Assenzio", intitolata I TAROCCHI E IL DRAGO COSMICO DEL TEMPIO MALATESTIANO, dove ha illustrato un viaggio attorno al mazzo di tarocchi da lui stesso creato, in cui gli arcani maggiori e quelli minori sono stati ispirati dalle immagini e dalla simbologia del Tempio Malatestiano. I personaggi e gli oggetti che decorano le cappelle diventano lamina, arricchendo inoltre il mazzo di carte di una chiave astrologica.
Può ricevere ulteriori informazioni, e altri dati rilevanti, da Moreno Neri: il suo indirizzo e-mail è elsa.muratori ≤AT≥ tin.it.
Il Prof. Neri potrebbe anche metterla in contatto con Zavatta medesimo.
Resto in attesa, con vivo interesse, di sue ulteriori notizie, delucidazioni, deduzioni e conclusioni.
Un cordiale saluto,
SR
Cortometraggio Sevkunov
Gentile Prof. Ronchey,
puo' indicarmi il titolo originale del cortometraggio di Sevkunov "La distruzione dell'impero: una lezione bizantina" ?
Vorrei farle notare inoltre che il suo articolo "Ras-Putin" è stato quasi pari pari plagiato sul giornale online Obiectiv de Suceava in questa pagina.
Cortesi saluti.
Gianpaolo
Caro Gianpaolo,
ho avuto notizia del film di Sevkunov grazie a un articolo dell'Economist (si trova anche online, qui). Le informazioni ulteriori che ho avuto le ho tratte in parte dalla vastissima rassegna stampa russa sull'argomento, in parte da informazioni personalmente raccolte da colleghi russi, in particolare dal Prof. Sergej Ivanov, mio collega sulla cattedra di Civiltà Bizantina dell'Università di Mosca, che è stato personalmente coinvolto, peraltro, nella polemica. Non possiedo tuttavia ancora una copia del film e dunque non saprei indicargliene il titolo originale con più esattezza di quanto facciano i giornali. Credo comunque che sia esatto quello fornito dal Moscow Times, di cui, oltre all'edizione in lingua inglese (in questa pagina), può consultare, partendo dallo stesso link, anche quella in lingua russa. E alla cui redazione può in ogni caso inviare una mail in cui chiedere non solo conferma del titolo esatto ma anche, eventualmente, come procurarsi una copia del film (è questo, suppongo, il suo scopo, non è vero?). Se ci riuscisse, le sarei davvero grata se me lo facesse sapere: sono molto curiosa anch'io di vederlo personalmente, per quanto accurati (e divertenti) siano stati i resoconti telefonici di Ivanov!
Quanto alla ripresa del mio articolo su Obiectiv de Suceava, grazie davvero della segnalazione: metterò la pagina di questo giornale online, così che sia constatabile da tutti i lettori del sito non solo il plagio (chi pubblica i propri scritti può aspettarselo, e finché si tratta di un giornale rumeno, bè, non gli faremo causa), ma anche i curiosi e sempre istruttivi meccanismi di rimbalzo della Rete.
Per ora un cordiale saluto, buona caccia al film e mi raccomando, ci tenga informati!
SR
Gentile Prof. Ronchey,
sì in effetti ero incuriosito dalla descrizione e lo scopo della richiesta era quello di sapere il titolo poichè pensavo che probabilmente in breve tempo sarebbe apparso da qualche parte su internet. In effetti è stato così.
Qui è doppiato in inglese (la qualità video lascia a desiderare) ma c'è anche il link alla versione russa originale: http://home.planet.nl/~jjvanka/imag/byzantium.htm
qui la sceneggiatura http://www.pravoslavie.ru/enarticles/080211155439
La ringrazio per aver dato notizia di questo piccolo capolavoro della spiritualità russa (mascherata sotto la forma di documentario simil history channel) e per sdebitarmi mi permetto di suggerirle la visione del film di Andreij Tarkovskij, "Andreij Rublev"; c'è anche un bizantino, il vecchio Teofane il Greco.
La saluto porgendoLe cortesi saluti.
Carissimo Gian Paolo,
ho visto ora la sua mail e purtroppo il link che mi ha inviato non è più attivo. Pensa di potermi inviare direttamente il film? o di poter reperire e inoltrarmi un link ancora funzionante dove si possa vederlo?
Gliene sarei gratissima.
Un cordiale saluto,
SR
Maria Cristina Bovati, soprano
Alla c.a. Prof. Silvia Ronchey
Mi chiamo Cristina Bovati sono un soprano e sono direttore artistico di Palazzo Ruzzini a Venezia.
In collaborazione con il Dott. Gaetano Biallo di Hotel di Fascino, abbiamo deciso di scrivere una Newletter dedicata all’Arte, e alla Cultura italiana.
Ho scritto il Numero 1/08 parlando di Arezzo, Guido D’Arezzo, Piero della Francesca, avendo letto il suo libro mi sono permessa di consigliarlo a tutti.
Organizzo Opere, Intermezzi del 1700, Canovacci Teatrali e Concerti, tutto questo per salvaguardare il nostro patrimonio che tutto il mondo ci invidia.
Ho fatto parte dell’Orchestra e Coro Sinfonico di Milano G. Verdi con Mo. R.Gandolfi e Mo. R. Chailly, partecipando al Festival di Spoleto 2002, al cast per un cd Deutsche Grammophone “Arie Sacre” con Mo. Placido Domingo ed uno per la Decca “Arie di belcanto” con Mo. J.D. Florez. Dal 2003 svolgo attivita’ sa solista. Le allego il mio cv.
Spero d’averle fatto cosa gradita e colgo l’occasione per farle i miei più grandi complimenti e porgerle cordiali saluti.
Maria Cristina Bovati
Art Director
Palazzo Ruzzini
Campo Santa Maria Formosa
Venezia
CRISTINA_BOVATI_CV_2008
Gentile Cristina,
la ringrazio della sua mail e del suo interesse per il mio lavoro su Piero della Francesca, tanto più meritorio in quanto si colloca in un'attività di promozione del patrimonio culturale italiano che proviene, se ben capisco, da un'iniziativa privata cui lei ha saputo dare - mi perdoni il calembour - la giusta voce.
A questo proposito, mi viene da segnalarle che proprio a Venezia, il 23 giugno prossimo, avrà luogo un vero e proprio evento che riguarda la Flagellazione di Piero: il "duello", nel senso più serio e proprio del termine, che vedrà contrapposta la mia tesi e la mia persona a quelle di uno studioso svizzero di grande calibro: Bernd Roeck, autore di un altro recentissimo libro in cui è proposta un'ipotesi di lettura del quadro, però completamente diversa dalla mia e perciò, posso dirle, tanto più stimolante. Il suo libro, pubblicato da Bollati Boringhieri con il titolo "Piero e l'assassino", ha avuto un buon riscontro stampa (nel sito, in questa pagina, trova anche la recensione che ne ha scritto sul Corriere della Sera Pierluigi Panza, insieme a una mia breve intervista in proposito) e una vasta eco scientifica. Per questo la Direzione del Centro Tedesco di Studi Veneziani, che ha sede a Palazzo Barbarigo della Terrazza, sul Canal Grande, ha organizzato questa manifestazione, che vedrà contrapposti non solo me e Roeck ma i due "scudieri" che ciascuno dei duellanti ha scelto (dunque quattro in tutto), dietro sollecitazione degli organizzatori, tra i più illustri studiosi internazionali.
Pubblicheremo a breve nel sito l'invito del Centro Tedesco, proprio in questi giorni in stampa. Sarebbe bello se l'associazione culturale che lei coordina potesse in qualche modo partecipare all'evento.
Con i più cordiali saluti,
SR
A Byzantine Sermon
Gentile Prof. Ronchey,
vorrei segnalarle questo articolo, che potrebbe essere di suo interesse.
Cordiali saluti.
A BYZANTINE SERMON
Feb 14th 2008
The drawing of inaccurate historical parallels with Constantinople
WHEN Nikolai Patrushev, head of Russia's federal security service (FSB), spoke to his staff to mark the 90th anniversary of the Soviet secret service last year, he made an odd historic diversion. "Those who study history know that security existed before. Sophia Paleologue married Ivan III, and being a niece of the last Byzantine emperor, paid close attention to questions of security." Few understood what he was talking about.
The mystery was cleared up a few weeks later, when Russia's state television channel aired an hour-long film, "The Destruction of the Empire: a Byzantine Lesson". It proved so popular that the channel repeated it and added a 45-minute discussion concluding that Russia could exist only as an Orthodox empire. The author and narrator of the film is Father Tikhon Shevkunov, reputedly the confessor of Vladimir Putin. In recent weeks the film has become one of the most talked-about in Moscow.
Russian rulers often appeal to history to justify their actions. Mr Putin revealed his interest in history from the start of his presidency, when he restored Stalin's anthem as a national hymn. Last year he promoted a school textbook justifying Stalin's brutal rule as a necessary evil. When other ex-Soviet republics commemorate Soviet brutalities, Russia treats this as a distortion of history. This week the foreign ministry held a meeting behind closed doors on the subject of "Counteracting the falsification of history aimed against Russia: a task of national importance".
In the minds and language of the ex-spooks who dominate Russia, history is a powerful tool. The television film seems to be in that genre. In it, Father Tikhon is transported in full attire from a snow-swept church to Istanbul and Venice, where he exposes the West as a "genetic" hater of both Byzantium and its spiritual heir: Russia. The Byzantine empire's rich and cultured capital, Constantinople, was the envy of dark and aggressive barbarians from the West, who looted it during the fourth crusade in 1204. Modern Western capitalism, argues Father Tikhon, is built on Byzantine loot and Jewish usury.
In this version, Byzantium's first mistake was to trust the West (represented in the film by a cloaked figure in a sinister, long-nosed Venetian mask) and surrender the commanding heights of the economy--trading and customs collection--to Western entrepreneurs and greedy oligarchs. Using a term from today's Russia, Father Tikhon talks of some "stabilisation fund" when describing the achievements of one Byzantine emperor, Basil II, godfather to Russia's Prince Vladimir, who crushed separatists and sent oligarchs to prison. But even great emperors could have weak successors. (The film was made before Mr Putin chose Dmitry Medvedev as his successor, to be endorsed by voters in the election on March 2nd.)
The film's usage of modern words and imagery is so conspicuous that the moral cannot escape a Russian viewer. Instead of sticking to its traditions, Byzantium tried to reform and modernise, as the West demanded, and it paid the price. Worst of all, the West infiltrated Byzantium with harmful, individualistic ideas, which destroyed the core values of the empire--so the people lost faith in their rulers.
Sergei Ivanov, Russia's leading scholar on Byzantium, says all this lumps together a 1,000-year history of Byzantium and crudely extrapolates the result to today's Russia. In fact, the film has little to do with the true history of Byzantium. But neither history nor the values of the Orthodox faith are its real object. In the absence of any new ideology, it manipulates a story of Byzantium to justify Russia's anti-Westernism and xenophobia in a 1,000-year history. The film also carries an implicit message to Mr Putin: do not listen to the West, stay in power, close off the country.
It is of little concern to Father Tikhon, or to Russian state television, that the Russian empire gained most when it opened up to the West, not when it fenced itself off. Byzantium was always the source of Orthodox faith for Russia, but few Russian tsars looked to Byzantium as a political model. It was for good reason that they called Moscow a third Rome, not a second Constantinople. It fell to Stalin to revive Byzantine studies, along with the idea of imperialism, says Father Tikhon, approvingly. "He knew whom to learn from." But the danger of manipulating history in this way is that its tragedies may recur.
See this article with graphics and related items at http://www.economist.com/world/europe/displaystory.cfm?story_id=10701960
Caro Tommaso,
grazie infinite della segnalazione. In effetti avevo già avuto notizia del documentario e mi riprometto di intervistare in proposito il mio collega e vecchio amico Sergej Ivanov (che è menzionato anche nell'articolo) e pubblicare qualcosa sulla Stampa in occasione della Pasqua (cattolica o russa: vedremo). Un amichevole saluto!
SR
L'enigma di Piero
Cara Silvia, ho letto il tuo bellissimo “L’enigma di Piero”, questa estate sul Garda. Ero a Limone, dove è sempre fresco e mi è tornato in mente tutto: te e Scaraffia quella sera in un teatrino di Trastevere, le risate, anche un po’ di nervosismo, ma tanta simpatia. E poi il mio editore, Francesco Maria Gallo, le tue battute sulla strage degli alberi dell’Amazzonia che si cela dietro ogni libro, e io che rispondevo ma cavolo, pubblico per la prima volta a cinquanta anni e devo subito pentirmi d’averlo fatto… Forse dovevo ascoltarti e tornare nel silenzio. Ho pubblicato un libro di racconti nel 2003 e il mio editore il mese dopo ha pubblicato Vanna Marchi, e poi – sempre di fila - è fallito. Poi ho pubblicato con la Bohumil Edizioni di Bolo
gna un libricino di poesie (100 copie digitali, forse qualche ramo dell’Amazzonia, non di più). Ecco, non voglio disturbarti, solo brevi notizie ma con tanto affetto e stima per quello che scrivi. Un caro saluto.
Franco
Caro Franco,
che piacere sentirti. Sai, alberi amazzonici a parte, resto convinta che si pubblichino troppi libri, e che in ogni caso sia bene, se proprio uno non vuole tenersi i propri scritti nel cassetto, essere breve (il mio Enigma di Piero, ad esempio, sono contenta ti sia piaciuto ma è troppo lungo: il prossimo, sulla caduta di Costantinopoli, cercherà di non superare le 150 max 200 pagine). E però scrivere, caro Franco, scrivere bisogna, sempre, per carità. Tieni duro, quindi. E un abbraccio!
SR
"Dopo le due cadute di Costantinopoli"
Cara Silvia, ho trovato una cronaca del Congresso su "Dopo le due cadute di Costantinopoli", per il quale tu ha tenuto una relazione su "Andrea, il rifondatore di Bisanzio". Vorrei sapere se gli Atti sono stati pubblicati. Chi, se non l'interessato può rispondere più rapidamente? Ti ringrazio di cuore, Roberto Romano.
Caro Roberto,
proprio ora mi sono arrivate da Marina Koumanoudi le bozze del contributo al convegno in questione. Ci vorrà dunque ancora un po' prima che gli Atti vengano pubblicati, ma ovviamente ti terrò aggiornato.
Un caro saluto,
SR
Mondo Bizantino
Ho acquistato il primo volume di Mondo Bizantino:
L'Impero Romano d'Oriente; è molto interessante ed appassionante.
Vorrei sapere quando è prevista l'uscita del secondo volume:
L'Impero Bizantino.
Grazie per l'attenzione.
Distinti saluti.
Stefano
Caro Stefano,
sono contenta che il Mondo Bizantino le sia piaciuto: l'edizione italiana è stata una notevole fatica, ma Tommaso Braccini ed io, e naturalmente l'editore Einaudi, crediamo fermamente che ne sia valsa e ne valga la pena. Al secondo volume stiamo lavorando, ma non appena si conoscerà una data di uscita certa glielo farò sapere.
Un amichevole saluto,
SR
il greco antico in Cd-Rom
Buongiorno
Ho visitato il Suo sito e credo di avere realizzato un prodotto editoriale che la incuriosisce, ma non so dove potergliene spedire copia in omaggio .
Per conto di Simone editore di Napoli abbiamo realizzato un'antologia degli storici greci con un cd rom estremanete innovativo, che consente di estrapolare, implementare, modificare testi greci; questa ovviamente è una descrizione molto succinta per invitarLa valutare il materiale che Le allego (sia in word, sia in pdf).
E' chiaro ed intuitivo che un simile CD consente anche notevoli risparmi di acquisto di testi originali, oltra ad una possibilità di gestione informatica fino ad ora improponibile dei testi greci; gli autiori tra l'altro sono docenti alle SISS di Venezia ed Udine
La pregherei di valutare attentamente questo materiale anche in un'ottica un po' particolare; non a caso parliamo di buongoverno, della costituzione degli ateniesi ecc, in un momento elettorale particolarmente delicato.
E' ovvio che tengo alla massima divulgazione di quanto da noi realizzato.
La ringrazio anticipatamente per quanto mi vorrà comunicare e La saluto cordialmente
Massimo Manzoni
Responsabile scuola e formazione
ART Servizi editoriali S.p.A.
Via Persicetana Vecchia 28
40132 BOLOGNA
tel 0516163839
cell 3351366295
www.art.bo.it
Caro Massimo,
il suo CD, come lo descrive, sembra davvero interessante. Pubblico quindi la sua lettera, perché ne abbiano notizia anche gli altri frequentatori del sito.
Un cordiale saluto.
SR
Barlaam e Ioasaf
EGR. DOTT.
STIAMO DISPERATAMENTE CERCANDO N. 2 COPIE DEL LIBRO "VITA BIZANTINA DI BARLAAM E JOASAF" PARE NON ESISTANO COPIE.
CI PERMETTIAMO DI RIVOLGERCI A LEI COME ULTIMA RISORSA PER QUALCHE SUGGERIMENTO CIRCA LA REPERIBILITA' DEL'OPERA
PUO' AIUTARCI???
RINGRAZIANDOLA ANTICIPATAMENTE
FILIPPO DECATALDO
LIBRERIA LA SPERANZA
031.735242
Carissimo Filippo,
la cattiva notizia è che purtroppo l'edizione Rusconi della "Vita bizantina di Barlaam e Ioasaf" è da tempo esaurita. Io stessa, non avendone più copie, ho supplicato il co-traduttore Paolo Cesaretti di cedermene due della (suppongo minuscola) scorta che aveva in casa. Una di queste due copie - ed ecco la buona notizia - serviva per la direttrice editoriale della Bur, collana in cui il libro dovrebbe essere ripubblicato ben presto. I tempi degli editori però sono quelli che sono... Se qualcuno dovesse avere bisogno del testo per una ragione davvero urgente, quello che posso fare è fornirgli/le/vi na fotocopia dell'unica copia che mi è rimasta. Giro comunque la vostra mail anche a Paolo Cesaretti. Inutile dire che sono commossa di tanto interesse per quella vecchia e tuttavia - per questo la ristampiamo - ritengo utile e accurata traduzione.
Un amichevole saluto,
SR
Dizionario greco-bizantino / italiano
Ill.ma prof. Ronchey,
La scomodo con questa mail - dato che per nostra fortuna ha aperto le stanze del Suo sapere alla comunità del web - perché ritengo possa aiutarmi con qualche Sua indicazione.
Sono un insegnante di lettere in pensione, laureato in Lettere Classiche, e vorrei sapere se esiste - in commercio o meno, in catalogo o no - o se non è mai stato edito (il che mi sembra poco probabile), un dizionario o un lessico (o comunque un'opera di consultazione che abbia tali caratteristiche) greco-bizantino/italiano. Ho provato a cercar qualcosa su qualche sito Internet per addetti ai lavori, ma non ho trovato nulla (o forse non sono stato un buon cercatore). Se non dovesse esistere una siffatta opera nella nostra lingua, La prego comunque di segnalarmi opere equivalenti in lingua francese, inglese o tedesca.
La ringrazio in anticipo per la risposta che vorrà darmi e per la parte del Suo prezioso tempo che mi avrà dedicato.
Cordiali saluti,
Claudio
Caro Collega,
per il greco bizantino in realtà lavoriamo ancora con gli strumenti dei tempi del Re Sole: l'unico dizionario degno di questo nome resta il Lexicum Mediae et Infimae Graecitatis di Du Cange (lo stesso che troneggiava, nella sua versione latina, nella biblioteca di Des Esseintes in A rébours di Huysmans).
Ci aiutiamo con altri dizionari più recenti: il Liddell-Scott-Jones tiene parzialmente conto della grecità tarda e ospita alcune voci bizantine; il lessico patristico del Lampe (sempre Oxford University Press) è uno strumento prezioso; anche il Mega Lexikon tes Hellenikes Glosses del Dimitrakos (in più volumi, da consultare in biblioteca, a meno che ne abbiano fatta una versione online) è molto utile, anche se traduce dal bizantino al neogreco, ma è pur sempre in katharevusa, non in demotiki.
C'è poi un seminutile dizionario inglese, piccolo e incompleto, il Sophokles. E' invece utilissimo quello di Kriaras, che però include ancora, nonostante il defunto eponimo e i suoi seguaci lo stiano compilando ormai da vari decenni, poche lettere, e si ferma non ricordo se alla epsilon o poco più in là. Infine, il TGL, il Thesaurus Graecae Linguae, opera digitale, in realtà raccolta di testi (crescente), ma indicizzata e dunque utilizzabilissima come lessico - anzi, oggi, per le giovani (pochissime, intendiamoci) leve, e' lo strumento migliore.
Ma il vero dizionario bizantino ogni bizantinista se lo forma e porta dentro, nel suo privato schedario mentale, leggendo molto greco bizantino, congetturando, sbagliando, correggendo le proprie virtuali schede psichiche, per anni e decenni.
Ultimamente mi è arrivata notizia di un nuovo dizionario greco-italiano che tiene conto del greco tardo, E' appena uscito, non l'ho ancora visto, ho chiesto di spedirne una copia all'università, e le allego qui sotto una mail di riferimento dell'editore.
Spero di esserle stata utile e le chiedo in cambio un piccolo dono: i suoi meravigliosi font lettera 22 dove li ha trovati? non è che me li manderebbe (ammesso che funzionino sul Mac)? In ogni caso, mi complimento per l'eleganza.
Sua
SR
Prontuario promozionale x ALFOMEGA
Gentilissima professoressa,
ho più di un motivo per ringraziarLa, ma prima vorrei scusarmi del ritardo con cui Le rispondo, visto che Lei è stata più che pronta nel rispondermi.
La ringrazio, anzitutto, dell'avermi onorato della parola 'collega': detta da un docente universitario qual è Lei (tra l'altro, La seguo con interesse tutti i sabati su "ttL") non può che farmi piacere, ma Le dico che è stata troppo buona, senza falsa modestia. Resto coi piedi per terra, e comunque grazie del complimento (perché, detto da Lei, è un complimento).
La ringrazio per la gentile e articolata risposta: adesso non mi resta che approfondire e ricercare gli spunti e le indicazioni che Lei mi ha così cortesemente fornito.
La ringrazio, infine, per il complimento (un altro!) finale sull'eleganza, ma in questo caso girerò il complimento a mio figlio perché è lui che mi aiuta nell'usare le tecnologie moderne - data la mia scarsa dimestichezza. Il poscritto è opera sua.
Un'ultima gentilezza (forse sto approfittando troppo della Sua cortesia): mi potrebbe reinviare la mail con la scheda relativa al nuovo dizionario greco-italiano, visto che ho difficoltà a visualizzarne il contenuto?
Di nuovo grazie per la Sua cortesia e per la Sua disponibilità; ricorderò con onore e piacere questo scambio epistolare elettronico.
Sinceri e cordiali saluti,
Claudio
P.S.:
il font, che ha un taglio vintage non a caso, in quanto disegnato a metà anni '50 per le macchine per scrivere IBM e poi ripreso dai maggiori produttori di strumenti meccanografici, si chiama Courier New; ho scomodato qualche amico che possiede un Mac, e io stesso ho fatto qualche ricerca in rete, e Le posso dire che al 90% dovrebbe averlo anche Lei nella dotazione di caratteri del Suo Mac (nella cartella /Libreria/Fonts o /Sistema/Libreria/Fonts - o giù di lì, ho tradotto dal sito di supporto internazionale), sempreché Lei abbia una versione non precedente all'OS 10.3. Io lo allego (anche se non garantisco sulla compatibilità, pur essendo un font TrueType cioè universale - o quasi), comunque non dovrebbero esserci particolari difficoltà nel reperirlo nei siti di utenti Mac, ad esempio. Ringrazio anch'io, dopo mio padre, per il complimento sull'eleganza: in effetti, si tratta di un carattere che ama chi, come me quand'ero piccolo (vent'anni fa), era affascinato da suoni odori e sensazioni visive e tattili di una Lettera 22, per l'appunto, ovviamente color carta da zucchero, e ora cerco di riprodurre tutto questo per nostalgia personale (senza scomodare Proust) e per non essere sommersi da montagne di carta scritta in Times New Roman - ma in pochi (tra cui Lei) colgono l'omaggio alla macchina per scrivere. Una curiosità (questo carattere era usato come standard nella redazione ufficiale delle sceneggiature cinematografiche statunitensi) e un consiglio (se posso permettermi): il Courier New dà il meglio di sé in corpo 10 e 11 e, soprattutto, allineato solo a sinistra (so che è un limite), perché solo così può riprodurre perfettamente l'allineamento verticale delle varie lettere come per la cara vecchia Olivetti.
La ringrazio di nuovo e La saluto,
Andrea
ALL'ATTENZIONE DEI LETTORI
Cara Silvia,
per puro caso ho letto la lettera di un tuo lettore che ti chiedeva informazioni su eventuali dizionari greco-bizantini, e ho qualche aggiornamento.
Il dizionario di Kriaras, Λεξικό της Μεσαιωνικής Ελληνικής Δημώδους Γραμματείας 1100-1669 (Kriaras, nato il 1906, è ancora vivo!) è passato 12 anni fa all'Università di Salonicco dove i suoi discepoli lo hanno digitalizzato e fatto una versione ridotta (lettere A-Π), gratuitamente disponibile in internet [qui]. Due anni fa è uscito il 15o volume/fascicolo che arriva alla metà della lettera Π (alla epsilon invece è fermo l'inglorioso Dizionario del Greco Moderno e dei suoi Dialetti, dell'Accademia di Atene). Se la redazione non incontrerà altre difficoltà, tra una decina d'anni sarà conclusa l'opera e sarà disponibile in versione ridotta monovolume e in una edizione integrale a più volumi nuova che terrà conto dei cambiamenti metodologici e filologici degli ultimi decenni. E' presto per dire se l'edizione integrale sarà disponibile gratuitamente online.
Un'opera più completa, ma ancora in corso di realizzazione, è il Lexikon zur Byzantinischen Gräzität (LBG) di Trapp e coll. [qui] che a partire dal 1994 esce a fascicoli di circa 250 pp., con scadenza biennale. L'ultimo è uscito il 2007 e copre quasi tutta la lettera Π (Προδ-). Secondo i piani dell'Autore dovrebbe essere completato il 2011, con una tabella di marcia che rispetta con teutonica precisione. Ad opera completa, dovrebbe risultare un dizionario di circa 1800-2000 pagine, che copre il periodo dal 4o-15o secolo [qui]. L'Autore e i suoi collaboratori si basano soprattutto le edizioni filologiche esistenti e il TLG.
Tra i dizionari di greco antico-medievale/bizantino-moderno, oltre il DIMITRAKOS (ormai introvabile) c'è uno più recente (redatto negli anni '80-'90), estratto dalla enciclopedia PAPYROS e ora venduto in edicola in 13 volumetti f.to edicola, per un totale di circa 9.000 pagine, circa 210.000 lemmi con qualche correzione e integrazione. Esiste anche una versione in DVD, fedele al testo originale, molto criticata perché in .pdf [qui]. Come qualità, dignitoso, forse un po' meglio di Dimitrakos, ma nulla di spettacolare, specialmente per il greco medievale (praticamente ignora il lavoro di Kriaras e Trapp, anche nella riedizione per le edicole); le etimologie, assenti dal Dimitrakos, qui sono presenti ma con abbondanza di errori, basandosi sul LSJ e l'Andriotis (etimologico del greco moderno di oltre 50 anni fa).
Christos
Carissimo Claudio,
perdoni il ritardo della mia risposta, ma i due mesi - marzo e aprile - di didattica didattica senese mi hanno impedito di evadere la corrispondenza.
Quanto al dizionario Alfomega, le accludo, in calce a questa mail, il pdf della recensione che ne e' apparsa sul Corriere della Sera, ed anche di quella pubblicata dal quotidiano neollenico Ta Nea.
Vorrei inoltre e soprattutto fornirle alcune rettifiche ed integrazioni a quanto le avevo scritto riguardo ai dizionari di greco bizantino (provengono da un bravo collega greco, Christos Robotis, che dobbiamo davvero ringraziare).
Il dizionario di Kriaras, Lexiko tes Mesaionikes Hellenikes Demodou Grammateias, 1100-1669 (Kriaras, nato nel 1906, e' ancora vivo, a differenza da quanto avevo erroneamente scritto) è passato 12 anni fa all'Universita' di Salonicco, dove i suoi discepoli lo hanno digitalizzato e ne hanno fatto una versione ridotta (lettere alpha-pi ), gratuitamente disponibile in internet [qui]. Due anni fa è uscito il 15o volume/fascicolo che arriva alla meta' della lettera pi (alla epsilon invece e' fermo l'inglorioso Dizionario del Greco Moderno e dei suoi Dialetti dell'Accademia di Atene). Se la redazione non incontrera' altre difficolta' , tra una decina d'anni sara' conclusa l'opera e sara' disponibile in versione ridotta monovolume e in una edizione integrale a piu' volumi nuova che terra' conto dei cambiamenti metodologici e filologici degli ultimi decenni. E' presto per dire se l'edizione integrale sara' disponibile gratuitamente online.
Un'opera piu' completa, ma ancora in corso di realizzazione, e' il Lexikon zur Byzantinischen Graezitaet (LBG) di Trapp e coll. [qui] che a partire dal 1994 esce a fascicoli di circa 250 pp., con scadenza biennale. L'ultimo e' uscito nel 2007 e copre quasi tutta la lettera pi (Prod-). Secondo i piani dell'Autore dovrebbe essere completato nel 2011, con una tabella di marcia che rispetta con teutonica precisione. Ad opera completa, dovrebbe risultare un dizionario di circa 1800-2000 pagine, che copre il periodo dal 4o al 15o secolo [qui. L'Autore e i suoi collaboratori si basano soprattutto sulle edizioni filologiche esistenti e sul TLG.
Tra i dizionari di greco antico-medievale/bizantino-moderno, oltre al DIMITRAKOS (ormai in effetti introvabile) ce n'e' uno piu' recente (redatto negli anni '80-'90), estratto dalla enciclopedia PAPYROS e ora venduto in edicola in 13 volumetti f.to edicola, per un totale di circa 9.000 pagine, circa 210.000 lemmi con qualche correzione e integrazione. Esiste anche una versione in DVD, fedele al testo originale, molto criticata perché in .pdf [qui].
Come qualita' e' dignitoso, forse un po' meglio di Dimitrakos, ma nulla di spettacolare, specialmente per il greco medievale (praticamente ignora il lavoro di Kriaras e Trapp, anche nella riedizione per le edicole); le etimologie, assenti dal Dimitrakos, qui sono presenti ma con abbondanza di errori, poiche' si basa sul LSJ e sull'Andriotis (dizionario etimologico del greco moderno di oltre 50 anni fa).
Con un cordialissimo saluto,
SR
alfomega
Gentile Professoressa,
quando mi chiede perdono per il ritardo nella risposta, Lei in realtà (nella mia realtà) mi concede un grande onore e un vero privilegio, perché mi pare come in sogno di trovare presso di Lei una udienza tanto inattesa quanto aperta e partecipe.
Oltre a ringraziarLa, pertanto, della preziosa bibliografia, La ringrazio vivamente perché - a tanta distanza dagli anni dell'università - mi fa tornare a sentire la gioia e l'emozione dei primi passi mossi per acquisire gli strumenti necessari alla comprensione dell'indagine filologica, di cui si può essere spiritualmente paghi.
Per amore della filologia ardisco chiedere, allora, di essere inserito idealmente come "uditore" nel numero dei Suoi allievi e discepoli, nei ritagli di tempo (senza che chieda perdono) che vorrà dedicarmi per Sua cortesia e bontà.
Con deferenti e cordiali saluti, mi creda Suo
Claudio
A proposito di Piero
Buongiorno
Sono un profano appassionato di storia e arte. Non sono quindi uno specialista né uno studioso perciò provo a esporle la mia richiesta senza farle perdere troppo tempo.
Ho letto da poco il suo bel libro sulla “flagellazione” di Piero e ne sono rimasto entusiasta. E’ difficile leggere oggi un libro di storia così denso, preciso, documentato e coinvolgente. Ne sono uscito però anche pieno di dubbi e di domande (ma non può essere altrimenti, se il libro vale davvero qualcosa).. Nel frattempo ho letto il nuovo saggio di Bernard Roeck sullo stesso argomento, che ripropone la tesi del legame con l’assassinio di Oddantonio.
Anche se non sono un esperto, credo che il suo libro (a differenza, forse, di quello di Roeck) sia uno di quelli che “lasciano un segno” e immagino che avrà suscitato discussioni e dibattiti. Ci saranno stati nuovi sviluppi, conferme o dubbi ma purtroppo di tutto questo è difficile trovare traccia sui normali mezzi di informazione. Le chiedo perciò se è possibile avere qualche indicazione sui luoghi ove questo dibattito si è sviluppato, in modo da poter seguire ancora un poco quella storia affascinante che Lei ha saputo indagare così bene.
Spero davvero che Lei abbia qualche minuto per una risposta. In ogni caso la rigrazio per l’attenzione e, soprattutto, per quello che fa per la nostra cultura.
Con amicizia e affetto.
Walter
Caro Walter,
anzitutto grazie delle sue parole così lusinghiere.
Tutto quello che è stato scritto sulla mia interpretazione della Flagellazione è pubblicato nella pagina del sito dedicata all'Enigma di Piero (nella sezione "Recensioni", ma troverà materiali anche nelle interviste e nei programmi radiofonici e televisivi, che pure sono disponibili).
In effetti però, se debbo dirle, è mancato finora qualcosa di molto prezioso, almeno sulla stampa ufficiale: le obiezioni e le confutazioni.
Anche nei due principali pubblici dibattiti con i massimi esperti di Piero tra gli storici dell'arte italiani, Carlo Bertelli e Antonio Paolucci (organizzatori, fra l'altro, della recente mostra su Piero, al cui catalogo ho peraltro anch'io contribuito), che hanno avuto luogo pochi mesi fa, l'uno al Palazzo Ducale di Urbino, proprio davanti alla tavola di Piero, e l'altro a Bologna, nel contesto di Artelibro (questo secondo dibattito era denominato "certame", dunque avrebbe dovuto essere un vero e proprio "duello", ma è stato quasi un minuetto, lusinghiero per me, e molto interessante dato l'interlocutore; trova le indicazioni esatte su entrambi i dibattiti, così come sugli altri eventi simili, nella sezione "Agenda" del sito), non sono stati tanto controversiali quanto avrei sperato.
Né sono ancora arrivate le recensioni critiche (che prima o poi certo appariranno) sulle riviste scientifiche italiane e internazionali. La sola apparsa, sul Journal für Kunstgeschichte, in italiano fra l'altro, è anch'essa stata inserita nel sito. Sullo stesso numero della stessa rivista è apparsa anche una recensione (molto dura) del libro di Roeck.
Ma proprio da quando è uscito (ora anche in italiano) il libro di Roeck, sembra che qualcosa di realmente simile a una discussione dura, tesa e senza complimenti sia nell'aria.
Come è annunciato nell'articolo di Pierluigi Panza apparso recentemente sul Corriere della Sera (e anch'esso inesorabilmente pubblicato nel sito), il 23 giugno prossimo all'Istituto Tedesco di Studi Veneziani, a Palazzo Barbarigo della Terrazza, sul Canal Grande, si terrà un vero e proprio duello, in cui i due avversari - Roeck ed io - saranno affiancati ciascuno da due "scudieri" (così li hanno denominati i seri e severi organizzatori germanici), scelti tra i massimi storici dell'arte italiani e stranieri esperti di Piero della Francesca o comunque degli argomenti portati dai due libri.
Sarebbe magnifico se anche lei fosse tra il pubblico - o, chissà, tra i duellanti e dibattenti.
SR
La rivincita delle mistiche cristiane
Buongiorno professoressa Ronchey,
sono Daniela Fabbri e ho letto con molto piacere il suo articolo sulle mistiche pubblicato da La Stampa. Ho cercato in internet materiali sul convegno di New York di cui Lei parlava ma non sono riuscita a trovare nulla (forse non ho cercato bene...). Saprebbe indicarmi dove eventualmente trovare programma e relatori?
Abito in un piccolo comune appena fuori Milano, Binasco, che ha dato i natali a una Beata, Veronica da Binasco appunto, che forse in misura più marginale è stata una rappresentante di questo fenomeno. Con un gruppo di amici stiamo cercando di organizzare una giornata di studio sulla sua figura e quindi siamo alla ricerca di materiali su questo tema.
Grazie per la sua attenzione (e soprattutto per quello che scrive...)
Daniela Fabbri
Cara Daniela,
nella prima sessione del convegno di New York organizzato dal Sum in collaborazione con la New York University si è occupato delle mistiche cristiane un medievista italiano, Claudio Leonardi. Le accludo una scheda che spiega cosa è il Sum e il programma del convegno. Inutile dire che l'esposizione del Prof. Leonardi e' stata per forza di cose molto parziale, anche nella scelta delle figure trattate, e che se vuole approfondire il tema specifico delle mistiche cristiane le converrà rivolgersi, oltre che a lui, anzitutto agli studi di Elémire Zolla e di Giovanni Pozzi, oltreché a quelli più recenti di Carlo Ossola.
Un cordialissimo saluto,
SR
• Sum
• Programma del convegno
Dorate spighe
29 maggio 1453
Buonasera Prof.ssa Ronchey,
le scrivo solo perchè, potendo finalmente completare l'ascolto del podcast della sua trasmissione "alle otto della sera", mi sento di doverle fare veramente i miei migliori complimenti. Sono un biologo, e quindi non ho background storico, anche se la storia è una delle mie passioni. Tuttavia, le sue parole hanno avuto un fascino straordinario su di me.
Ora penso che non potrò rinunciare a leggere qualcun dei suoi libri.
Qualche consiglio, per cominciare? Ancora complimenti, e
Cordiali saluti
Mattia
sto ascoltando le puntate di "29 maggio 1453", in podcast, un paio al giorno.
Che dire?
Anche se lei non fosse cosi' brava nel trasmettere a chi ascolta la sua passione per la storia bizantina,
sarebbe sufficiente il desiderio di ascoltare la sua meravigliosa voce - limpida, espressiva, stupenda - per indurmi a ritagliare, quando posso, delle ventine di minuti di puro godimento culturale e uditivo-sensoriale :-)
Grazie, veramente...
Andrea
Caro Andrea, caro Mattia,
grazie davvero per i vostri complimenti. Sto riascoltando anch'io, proprio ora, quelle puntate, per il libro dedicato alla caduta di Costantinopoli al quale in questi mesi sto lavorando. Le vostre mail mi aiutano, e mi sfidano a tentare di mantenere, nella narrazione scritta e meditata, la stessa 'voce' di quella orale e estemporanea. Il che e', notoriamente, la cosa piu' difficile del mondo per chi scrive. Quanto agli altri miei libri, di nuovo un autore, per definizione, ne è insoddisfatto, altrimenti non continuerebbe a scrivere, dunque non sarebbe uno scrittore. (Ci sono delle belle pagine di Tolstoj in proposito: le usa André Green, un altro grande, in un saggio che sarei tentata di consigliarvi di leggere in luogo di qualunque cosa mia.) Comunque, bè, quasi tutto e' schedato nella sezione 'Libri' di questo sito. Ma non posso non avere un penchant per l'ultimo nato, 'L'Enigma di Piero'.
SR
Invito
Gent.le Dott.ssa Silvia Ronchey
le scrivo dalla Biblioteca civica di Desio per conto dell'Assessore alla Cultura che vorrebbe invitarla ad una serata di presentazione del suo libro
L'enigma di Piero. L'iniziativa rientra nell'ambito di un progetto di promozione della lettura che vedrà coinvolti anche altri autori, indipendentemente gli
uni dagli altri.
La pregherei di volermi indicare la sua eventuale disponibilità, una data nei mesi di marzo, aprile, maggio e le condizioni economiche per
la sua collaborazione.
La ringrazio anticipatamente e le porgo distinti saluti.
La Bibliotecaria
Carla D'onofrio
Io Donna
Gentile Professoressa Ronchey,
Complimenti sinceri per la Sua coraggiosa intervista sulla laicità pubblicata sull'ultimo numero di IO Donna.
Con molta cordialità
Prof. Dr. Arturo Romer
CH-6648 Minusio
Gentile Arturo Romer,
grazie dei complimenti. A quanto pare dire cose fino a poco tempo fa ovvie è diventato oggi un atto di coraggio. Motivo di più per farlo!
Un saluto,
SR
L'articolo allegato è stato pubblicato il 29.1.2008 sul Corriere del Ticino (quotidiano più importante della Svizzera italiana). Condivido la Sua osservazione sul coraggio.
Cordialmente Arturo Romer
Caro Arturo Romer,
perdoni il ritardo con cui ormai, ahimé, tutta la sfera della mia corrispondenza si muove - per usare un'immagine bellarminiana.
Ho molto apprezzato l'articolo che ha pubblicato sul Corriere del Ticino e, visto che è stato così cortese da inviarmelo, penserei di inserirlo nel Libro degli Ospiti del mio sito (www.silviaronchey.it). Sempre che a lei faccia piacere.
Un cordialissimo saluto,
SR
La ringrazio molto del Suo generoso apprezzamento. L'inserimento del mio articolo sul Suo sito mi fa grande piacere.
Con molta cordialità Arturo Romer
Bessarione
Cara Silvia Ronchey,
dopo aver letto il suo Enigma di Piero, a parte averla laicamente benedetta per aver scritto un libro così distante dal parrucconismo di certi storici dell'arte (ho lavorato nel campo per una ventina d'anni, dalla parte della redazione, pertanto di parrucconi ho una certa esperienza), e averla benevolmente invidiata per quello che ha prodotto, sono uscita dall'esperienza con una specie di ossessione per la frase di Capranica (Hai mai visto Bessarione senza un libro in mano?).
Quanto sto per dirle susciterà probabilmente il suo orrore: ho ideato una linea di merchandising letterario, che declina un marchio ispirato a
Bessarione e la frase di Capranica su una serie di oggetti. La cosa è venuta veramente bene e a questo punto mi chiedo e le chiedo: le seccherebbe vedere in giro oggetti siffatti? Gente che va in giro con una t-shirt ispirata al bravo cardinale o cose del genere? Crede che ci siano questioni di proprietà intellettuale?
Grazie per la sua opinione,
Anna
Cara Anna,
idea fantastica! Conto che gli altri Ospiti di questo Libro abbiano commenti e consigli.

