Madonna di San Marco (2)


 Proprio Lunedì scorso sono tornato alla CHiesa di San Marco ed ho fotografato la "Madonna Orante" in questione. Le invio 3 Foto in allegato (La vista della navata centrale non è mia). Devo ancora togliere quel filo elettrico orribile e raddrizzare la distorsione prospettica. Quando ho finito le rispedisco se vuole.Se vuole aspetti quest'ultime per la pubblicazione.
Le allego velocemente il risultato della mia breve indagine:

   
 
    Questo mosaico viene dall' Oratorio della Basilica Costantiniana di S.pietro a Roma, da dove fu rimosso nel 1203 e donato ai Domenicani da Papa  Giovanni VII, quando iniziarono i lavori di ampliamento per la nuova costruzione. Probabilmente l'iconografia era già allora troppo distante culturalmente per essere compresa ed avere una valenza per l'adorazione popolare. Infatti l'immagine a Firenze nel Seicento fu "aggiornata" da "Fabrizio Boschi" con una aggiunta di due nuovi mosaici ai lati, i Santi Raimondo e Domenico, che per me è solo un goffo tentativo imitativo. Non so che effetto abbia sortito quattro secoli fa il rimaneggiamento, ma Il fraticello all'entrata si rammaricava dell'estraneità al culto di quest'immagine, raccontandomi che nessuno si sofferma  mai in preghiera, come avviene nelle altre cappelle e solo ogni tanto qualche curioso (come me) chiede un chiarimento. Il parroco Padre Fausto mi dice che il mosaico è stato studiato pochi anni fa dal "Cardinal Noè" e compreso in un opera sulla "Madonna nella Basilica Vaticana, che però sembra ormai esaurita. 
   
   Sperando di farle cosa gradita . Saluti.
 Mario



Caro Mario,
grazie infinite per l'immagine preziosa, che merita tutta la mia e nostra attenzione, e che pubblichiamo insieme alla sua mail per sottoporla all'attenzione e alle eventuali informazioni e commenti di altri visitatori del sito.
Un saluto,
SR





Hillman in Italia


Gentilissima mi ripresento sono Rosa e vivo a Verona un anno fa le chiesi informazioni su James Hillman di cui sono appassionata lettrice
Le chiedo gentilmente se lei sia in grado di indicarmi una facolta' o dei corsi di approfondimento dove io possa approfondire ulteriormente il pensiero di Hillman.
Spero Hillman torni presto in Italia vorrei tanto riuscire a partecipare a qualche sua conferenza
le porgo i miei piu sinceri saluti
un grazie da Rosa



Cara Rosa,
che disdetta, James Hillman era a Milano proprio la settimana scorsa, per una conferenza alla quale lei avrebbe potuto recarsi, e che era fra l'altro annunciata da tutti i giornali! 
Quanto al pensiero di Hillman e alle vie per approfondirlo, le suggerirei di contattare l'Associazione Crocevia all'indirizzo associazionecrocevia[at]virgilio.it. All'interno dell'Associazione, in particolare Luigi Turinese e Riccardo Mondo si occupano della figura e del pensiero di Hillman, che e' stato e spero sara' ancora ospite delle loro manifestazioni, oltreche' l'oggetto di varie loro pubblicazioni.
Un saluto, SR


Invito


Gentile Professoressa,

Le scrivo dall´Istituto superiore universitario di formazione interdisciplinare (ISUFI), scuola di eccellenza con sede a Lecce, dove ho il piacere di far parte del comitato scientifico di un seminario interdisciplinare permanente sulle relazioni euromediterranee rivolto a borsisti in corso di laurea presso varie facoltà dell´ateneo leccese.

In questa sede, saremmo onorati di averLa ospite, nella data che Lei riterrà più opportuna, per un seminario dedicato alla cultura bizantina. Apprezzando il Suo percorso e le Sue pubblicazioni, infatti, riteniamo che Lei potrebbe illustrare come la civiltà bizantina possa costituire una delle esperienze più significative per provare a delineare i "caratteri originali" di una cultura mediterranea come ideale ponte tra Europa e Asia.

Restando in attesa di un Suo cortese riscontro, La ringrazio e Le porgo i miei più cordiali saluti.

Alessandro Isoni


La flagellazione di Cristo


Gentile Dottoressa Silvia Ronchey,
rispondo alla sua mail riguardante un particolare della figura del sultano turco nel dipinto "La Flagellazione di Cristo".
A prima vista il soggetto appare scalzo e personalmente ritengo che lo sia.  Ho notato che la figura del sultano riceve luce di fronte ed il suo versante posteriore è in ombra, ed è quindi naturale che i suoi piedi appaiano più scuri rispetto ai piedi scalzi di altri personaggi della scena che ricevono invece luce diretta e più intensa.  Tuttavia il dipinto ha perso saturazione cromatica nel corso dei secoli, si presenta sicuramente più “slavato” di quanto era in origine ed un particolare che oggi è più o meno "color pelle", in origine poteva avere un colore più saturo, diverso da quello che vediamo ora,  e quindi compatibile con l'ipotesi di un qualche tipo di calzatura aderente.
Un esame scientifico su questo ed altri argomenti affini mi fa subito pensare al Dipartimento di Energetica dell'Università di Roma La Sapienza che ha un ottimo laboratorio di analisi non distruttive ed archeometria la cui attività è descritta nell'articolo che allego a questa mail e che richiede qualche secondo per essere visualizzato.
Non molto tempo fa contattai il Prof. Mario Piacentini, proprio in merito ad un esame sul dipinto in oggetto, che mi rispose dando prova non solo di grande passione e disponibilità, ma anche di preparazione e competenza specifica in esami scientifici che riguardano le opere d’arte.
Le invio anche una fotografia scattata da un mio collega al dipinto di Piero della Francesca, in cui si possono vedere bene  i piedi del personaggio del sultano turco.

Con stima sincera,
Claudio De Simoni
Gabinetto Interregionale di Polizia Scientifica di Ancona.






Carissimo Claudio,

perdoni il ritardo di questa risposta, ma la pausa estiva ha avuto tra i suoi effetti anche un rallentamento degli scambi di corrispondenza del sito, che ora tuttavia stanno tornando a regime.
La ringrazio moltissimo sia delle sue acute osservazioni, sia del suggerimento di rivolgerci al Laboratorio del Dipartimento di Energetica della Sapienza, con cui prenderemo quanto prima contatto, nella speranza di poter presto pubblicare in questa sede nuove informazioni, sia del materiale che ci offre, e che mettiamo a disposizione degli altri visitatori del sito interessati all'appassionante argomento. 
Naturalmente, contiamo anche in futuro sul suo apporto a una ricerca, che, per definizione, non ha fine: il protocollo d'indagine, per un caso come questo, resta sempre aperto, no?
SR


I piedi del sultano e l'ubriaco di Gombrich


Gentilissima signora,
è vero che, come l'ubriaco di Gombrich, anche noi cerchiamo le "chiavi" là dove c'è la luce dei nostri preconcetti; e questa, nel mio caso, non avrebbe potuto che illuminare piedi calzati, dal momento che non riesco neppure a concepire il Turco con le insegne degli dei e degli eroi.
D'altra parte, mi pare, solo se fossero nudi -e, dunque, palesemente trasgressivi di un codice iconografico consolidato- dovremmo ritenre che a quei piedi Piero abbia affidato il compito di alludere ad altro: verosimilmente proprio alle mire del sultano di "scalzare" l'imperatore bizantino.
Se così non fosse, però, verrebbe forse meno l'anello più solido -perchè inequivoco- della catena dei piedi, non bastando quelli del bel giovane misterioso a reggere da soli il "gioco dei calzari di porpora", posto che la loro nudità risulterebbe compatibile tanto -se non più- con l'assolutezza di figure ideali, quanto con la contingenza di una successione al trono.
Piero



Carissimo Piero,
la ringrazio davvero delle sue ipotesi e riflessioni, che come avrà potuto constatare hanno sollecitato l'interesse e l'intervento di altri visitatori del sito: siamo in attesa di una definitiva diagnosi sui pigmenti, che come ci suggerisce nella sua mail Claudio De Simoni, del Gabinetto Interregionale di Polizia Scientifica di Ancona, potrebbero venirci dal Laboratorio di analisi non distruttive ed archeometria del Dipartimento di Energetica dell'Università di Roma La Sapienza, e in particolare dal Prof. Mario Piacentini.
Anch'io ormai ho occhi presbiti, e in ogni caso è ciò che l'occhio non può vedere, quanto meno se privo dell'assenso dell'intelletto, che più interessa il cultore di ogni ricerca - io credo.
SR


Gentilissima signora,
la ringrazio della cortesia con la quale ha risposto alla mia pecedente lettera, ma ancor più voglio ringraziarla -cosa che, preso com'ero dai piedi del turco, imperdonabilmente non ho fatto prima- del grande dono dell'Enigma.
Come "personali strumenti d'indagine" ho solo occhi ormai presbiti, e da sempre un po' daltonci, dei quali, come è ovvio, non posso fidarmi.
Le auguro una buona vacanza
Piero


Madonna di San Marco


Quest'immagine (peccato incompleta e di bassa risoluzione) è tutto quello che sono riuscito a reperire,fra l'altro con il prezioso aiuto di amici di un forum,i quali danno anche altre informazioni,ma purtroppo nessuna nuova per me.Andrò come posso di persona ed indagherò! Che fissazioni he!
   
Nel frattempo buon lavoro oppure buono studio od ancora vacanze .........insomma.........
buone cose
 
Mario







Caro Mario,
grazie infinite per l'immagine preziosa, che merita tutta la mia e nostra attenzione, e che pubblichiamo insieme alla sua mail per sottoporla all'attenzione e alle eventuali informazioni e commenti di altri visitatori del sito.
Un saluto,
SR


Gemisto


Gentilissima signora,
prima che finisca l'anno -un anno felicemente segnato da Piero e dall'Enigma- desidero ancora una volta ringraziarla del gran bel dono e, con l'occasione degli auguri, affidarle la sintesi delle riflessioni che l'uno e l'altro mi hanno suggerito, autorzzandola a cestinarle tout court se, come temo, le riterrà assurde.
Sulla scia di Dario e di alcune suggestioni malatestiane mi sono fatto l'idea che il dipinto sia stato commissionato per celebrare Gemisto e il suo Sogno, forse quando fu traslato a Rimini.
Un dio pagano sovrasta sfolgorante il Cristo alla colnna e i conflitti polito religiosi del tempo. Dall'altra parte, dentro un cielo di primavera, svetta smisurato un alloro.

Apollo Elios, luce e governo del cosmo, cacciato dalla sua terra ha messo radci da noi.
Il lume di scena, come il carro del sole, migra da oriente ad occidente. Il greco, le spalle al passato, sta slla soglia di un mondo nuovo.
La flagellazione è il pretesto, l'imperatore ed il sultano delineano il contesto storico, ma il tema è "la città ideale" a cui, dei tre personaggi al proscenio, solo appartiene il giovane scalzo (il greco non osa entrarvi e il committente, come i committenti, sta nel quadro ma vi è estraneo): è'l'uomo nuovo che l'alloro, sacro ad Apollo, incorona e quasi genera.

E il grande albero che tutto domina e da cui tutto sembra promanare è forse -se ricordiamo la lettera di Bessarione ai figli- Gemisto stesso, gloria sempiterna.

La ringrazio dell'attenzione che vorrà riservare a questa follia e la saluto augurandole di cuore un felicissimo anno nuovo
piero




Ultimo libro di Alberto Rosselli


Dear Sirs,

I enclose for your information a brief note on my last book "Il movimento panturanico e la Grande Turchia" (The Panturanic movement and the Great Turkey), published by Edizioni Settimo Sigillo, Rome 2007.
Kind regards.
 
Egregi Signori,
Vi invio per conoscenza cover e note informative
sul mio ultimo libro.
Grazie per l’attenzione
Cordiali saluti
 
Alberto Rosselli
www.albertorosselli.it

IL MOVIMENTO PANTURANICO
E LA ‘GRANDE TURCHIA’
 
Tra mito, storia, e attualità
di Alberto Rosselli
 Edizioni Settimo Sigillo, 2007

  
 

DESCRIZIONE DEL TESTO

 L’Asia Centrale, questo variegato mondo turcofono che ci rammenta la “Via della seta”, abitato da gente orgogliosa della propria identità, capace di raffinatezze elaboratissime ma anche di crudeltà primitive, è la materia del Panturanismo, che, con il Panturchismo, rappresentò - e pare stia tornando a rappresentare – il sogno revanchista del vasto e transnazionale ‘popolo turanico’. Turchia, Azerbaigian, Kazakistan, Kirghizistan, Uzbekistan e Turkmenistan sono i paesi che fanno parte di questo immenso contenitore etnico-linguistico destinato, sembra, a giocare un ruolo strategico – soprattutto economico e militare. Con questa sua ultima ardua opera, Alberto Rosselli ha voluto indagare questa ampia, ma assai poco conosciuta area del mondo, legata da un filo sottile, ma robusto ed antico, ad Ankara. E ne ha tratto uno saggio storico e geopolitico che propende, tuttavia, anche verso l’analisi antropologica e filosofica. Esso permette infatti al lettore di comprendere le complesse radici e il significato profondo del ‘nazionalismo’ turco e le mai interrotte connessioni religiose, culturali e linguistiche esistenti tra il popolo anatolico e le genti dell’’Asia di mezzo’.

www.albertorosselli.it




Missa Thomas cesus (fols. 166v-81)


Dear Professore Ronchey,
perhaps you know this already, a Thomas mass, copied may 1461 at St. Peter, etc. See the link.

http://content.cdlib.org/xtf/view?docId=ft4199n91h&chunk.id=d0e7703

Sincerely,
michel



Carissimo Michel,
segnalazione follemente interessante, una vera ghiottoneria! Bisognerà mettersi a studiare questa messa dal punto di vista bizantino, ossia della vicenda romana di Tommaso Paleologo e del progetto che il papa stava tessendo intorno a lui. A meno che qualcuno non l'abbia già fatto... Temo di no, ma, se si', speriamo che gli accada di visitare il sito e che ci invii altre notizie.
Grazie, la ricerca continua, per sua natura non si ferma mai!
SR

Opere di Pio II


Dear Professore,

Thank you for your kind mail. We have just come back from visiting the Documenta in Kassel and a visit to Weimar. So I have to apologise for the delay of my reaction to your remarks. Indeed it is a pity that in the near future till now an English edition of your remarkable study on the Flagellation painting and your interpretations of the meaning of it is not on the way. But the French edition will serve a broader field of readers who are interested in one of the most fascinating periods of our Western Civilisation. And the subject and its implications are so very “up-to-date”. Your visions are most important for the reflection on our position of the Christian world versus the Islamic world. So your book deserves most urgently an English edition. When my coeditor Zweder von Martels  will be back from holiday I will forward your mail to him and ask him if he knows of possibilities of and English edition. He is working at the university of Groningen in the department of Neolatin. He has already organised in the past a seminar on Pius II (see the publication: here ).

I have placed a link on one of the pages of my website to your book (
http://home.planet.nl/~golds067/navigat.htm ) as a small contribution and respectful gesture to your publication.

Some years ago I have read another, but fiction, on the episode you dexcribe. From a Russian author, a diplomat, Nikolay Spasskiy, translated in Italian language and published by Mondadori: Il Bizantino. That book gave me also a great pleasure reading it. What a time that was!


And now a small note on myself: It has been already 30 years ago that we owned a part of a very beautiful “fattoria” near Casolé d’Elsa. It is called Rofena and owned by a small group of Dutch families. When we spend our weeks there I went of course very often to Siena and there began my aventure with Enea Silvio Piccolomini. The best way of knowing such a complex person is translating him, in my opinion. And so I am doing that nearly every day; his letters, his Commentarii, his speeches, his descriptions of parts of our world. The title of our book will be: Nihil humanum mihi alienum est, (‘Niets menselijks is mij vreemd’, in Dutch), a remark of him (and of course an citation from Terentius) and a testimonium of his self-knowledge. He was a keen manipulator with fact, even with his own birthday, that he falsified in order to be more convenient with astrology. The book will contain a selection of his works and a commentary and an introduction. My part is the translation of the texts, Zweder does the introduction and we both do the notes.


Best regards,
michel




Carissimo Michel,
grazie davvero di tutto. Vorremmo inserire nel sito i link relativi sia al seminario dell'Università di Groningen su Pio II, sia alla traduzione delle lettere turche del Busbequius, ma sfortunatamente non risultano più raggiungibili tramite gli indirizzi che ci ha fornito: pensa di poterci inviare i nuovi indirizzi?
E ci tenga informati, la prego, sulla traduzione delle opere di Pio II che lei e Zweder von Martels state portando avanti. E' un lavoro prezioso, oltre che meraviglioso, dal quale, sono certa, emergeranno nuove impressioni e forse anche nuovi dati.

Quanto a Nikolaj Spasskij, l'autore del romanzo su Bessarione, è un vecchio amico e sono davvero lieta che il suo libro, di cui ho seguito in parte la gestazione (l'ispirazione è scoccata proprio a Pienza!), sia arrivato fino a lei. Chissà se anche lui, da Mosca, dov'è rientrato dopo essere stato ambasciatore a Roma, ci sta seguendo.
Per ora un cordialissimo saluto,
SR



http://www.rug.nl/staff/z.r.w.m.von.martels/research
http://home.planet.nl/~golds067/intro.htm
 
dear Silvia,
with great pleasure i read your mail. I have just finished the reading of your fantastic study on the Flagellation painting of Piero della F. The book is so rich in content, the regesta maior included, that next week I will begin re-reading your book. You have succeeded not only to deliver convincing arguments for your thesis but also you did write your story in a way that gives your book a place in the list of literary compositions. So the one part of the enjoyment of the reader is the scientific content and the other part is formed by the way you make literature of your writing. What me has pleased also is the way you make up the end-notes. They are many and they testify of your enormous knowledge of the subject and still they don’t obstruct the reader from reading, as so often is the case with a complicated stuff. Oh writer, beware of exposing to much learning that stand in the way of comfortable reading! A shout-out that regards to may writers.

My co-editor Zweder von Martels has also received your book and will begin reading it this month, because I urged him to do so in order to get a right view on his subject: the role the crusade had for Pius II during his pontificate and already before this time when he was busy in Germany. Zweder has written his dissertation on the Turkish letters of Augerius Busbequius, who lived a century after Pius II, and we both published the translation of these letters; I did the translation, because, I dare say, that is my “fort” , Zweder did the introduction, because that was the fruit of his dissertation (he discovered and proved, that the Letters were fiction and made long after the period that Busbequius was in Constantinople as a diplomat). And there exist a link between the fear for the expansion of the Turkish Empire during the time of Pius II and later; till now we could say! So Zweder will express this in his introduction to our Piccolomini-book.

The seminar on Piccolomini/Pius II was in December 1997 and there is no site on internet dealing with that. But there exist a book, edited by Zweder, of the proceedings of that seminar:  Pius II, ‘El più expeditivo Pontifice’ (Selected Studies on Aeneas Silvius Piccolomini), Brill 2003 (see the first link where you can find the book and other stuff).

From the translation of the Letters of Busbequius there is no site, because the publisher Verloren will not permit it. I have only a small fragment placed on my site ( see the second link), but the book is still available (Latin text and Dutch translation). S forget, please, linking anything to your site (except perhaps the ‘laudatio’ I gave for your book, but there are already many that are much better!).  
When will our Piccolomini-book be there? That depends on Zweder, who is very busy with his university obligations. Our plan was this yaer, but it will be next year, I hope.

I asked Zweder if he know a way of bringing out your book in English. In his opinion your Italian publisher has enough contacts with other (English) publishers to arrange that. I hope sincerely that you will succeed in finding an English publisher, you and your book deserve a much wider publicum that those who can read it in the original language.

In between I had discovered that you in the past did write on the book of Spasskiy, so my asking if you know Il Bizantino was superfluous.  
My apologies for writing in English. Thanks to you my knowledge of your language is already much better in reading but writing in Italian is another story.

Last point; on internet is an essay from Claudia Märtl on Pius on the Gozzoli frescoes in Florence: http://cma.gbv.de/dr,cma,003,2000,a,06.pdf , perhaps you have this already.

Best regards,
michel



Carissimo Michel,
di nuovo, grazie: delle preziose informazioni, delle indicazioni bibliografiche, dei rimandi ai link sulle ricerche che state svolgendo all'Università di Gröningen e a quello dell'articolo di Claudia Märtl, oltre che, naturalmente, delle parole di lode e della, per cosi' dire, empatia scientifica. Sono curiosa di conoscere anche le reazioni di Zweder von Martels, una volta che avra' - e se avra' - letto il libro.
A presto!
SR

Indagini sulla «Flagellazione»


Gentile Dottoressa Silvia Ronchey,
rispondo alla sua mail riguardante un particolare della figura del
sultano turco nel dipinto "La Flagellazione di Cristo".
A prima vista il soggetto appare scalzo e personalmente ritengo che
lo sia. Ho notato che la figura del sultano riceve luce di fronte ed
il suo versante posteriore è in ombra, ed è quindi naturale che i
suoi piedi appaiano più scuri rispetto ai piedi scalzi di altri
personaggi della scena che ricevono invece luce diretta e più
intensa. Tuttavia il dipinto ha perso saturazione cromatica nel
corso dei secoli, si presenta sicuramente più "slavato" di quanto era
in origine ed un particolare che oggi è più o meno "color pelle", in
origine poteva avere un colore più saturo, diverso da quello che
vediamo ora, e quindi compatibile con l'ipotesi di un qualche tipo
di calzatura aderente.
Un esame scientifico su questo ed altri argomenti affini mi fa subito
pensare al Dipartimento di Energetica dell'Università di Roma La
Sapienza che ha un ottimo laboratorio di analisi non distruttive ed
archeometria la cui attività è descritta nell'articolo che allego a
questa mail e che richiede qualche secondo per essere visualizzato.
Non molto tempo fa contattai il Prof. Mario Piacentini, proprio in
merito ad un esame sul dipinto in oggetto, che mi rispose dando prova
non solo di grande passione e disponibilità, ma anche di preparazione
e competenza specifica in esami scientifici che riguardano le opere
d´arte.
Le invio anche una fotografia scattata da un mio collega al dipinto
di Piero della Francesca, in cui si possono vedere bene i piedi del
personaggio del sultano turco.

Con stima sincera,
Claudio



Carissimo Claudio,
perdoni il ritardo di questa risposta, ma la pausa estiva ha avuto
tra i suoi effetti anche un rallentamento degli scambi di
corrispondenza del sito, che ora tuttavia stanno tornando a regime.
La ringrazio moltissimo sia delle sue acute osservazioni, sia del
suggerimento di rivolgerci al Laboratorio del Dipartimento di
Energetica della Sapienza, con cui prenderemo quanto prima contatto,
nella speranza di poter presto pubblicare in questa sede nuove
informazioni, sia del materiale che ci offre, e che mettiamo a
disposizione degli altri visitatori del sito interessati
all'appassionante argomento.
Naturalmente, contiamo anche in futuro sul suo apporto a una ricerca,
che, per definizione, non ha fine: il protocollo d'indagine, per un
caso come questo, resta sempre aperto, no?
SR




Gentile Dott.ssa Silvia Ronchey,
l'indagine è ancora aperta e si è arricchita di nuovi elementi che un collega della sezione UACV (Unità di Analisi del Crimine Violento)ha evidenziato grazie alla sua esperienza nella comparazione di volti umani. Lo scopo è dare una identità certa ai personaggi dipinti da Piero Della Francesca, non solo nella "Flagellazione di Cristo" ma anche in altre opere a lui attribuite.
Non posso dire altro al momento perchè io mi sono occupato solo dell'argomento illuminazione e di come le ombre all'interno della loggia convergano in un unico punto.
Il suo autorevole interessamneto al nostro operato ci incoraggia ed inorgoglisce molto. La terrò informata sulle novità.
Con stima sincera,
Claudio



Carissimo Claudio,
di nuovo grazie delle preziose informazioni sul lavoro che state svolgendo: ci tenga al corrente!
SR

Musica bizantina


Salve!
Essendo in procinto di scrivere la mia tesi di laurea ed avendo intenzione di trattare il tema della musica al tempo bizantino, mi rivolgo a Lei- prima che alla mia relatrice!- per avere indicazioni utili in merito ai testi sui quali lavorare. Premetto che non ho conoscenze tecnico- teoriche del linguaggio musicale, mi interesserebbero, dunque, uno o più  testi più semplicemente "narrativi", esplicativi anche di come la musica influenzasse la società del tempo e di come fosse utilizzata, della sua importanza ecc...se potesse suggerirmi qualche titolo Le sarei grata.
La ringrazio tanto,
una studentessa di Torino,sua grande estimatrice.
Alessandra



Cara Alessandra,
il testo di base per la sua ricerca è senz'altro E. Wellesz, A History of Byzantine Music and Himnography, Oxford 1961. Ultimamente è uscito Lycourgos Angelopoulos, Les voix de Byzance, Paris, Desclée de Brouwer, 2005, con un cd allegato: potrebbe esserle utile. Le segnalo anche Da Bisanzio a San Marco: musica e liturgia, a c. di Giulio Cattin, Bologna, Il Mulino, 1997: contiene vari saggi molto interessanti.
SR 


L'enigma di Piero, traduzione in altre lingue


Dear professore Ronchey,

With ‘red ears’ i am reading your fascinating book/thriller on Piero’s Enigma. For me it is a little difficult, because of my deficient Italian. But perhaps the book will be translated in English. For me a special interest in the subject of this book is the project on which a colleague Zweder von Martels, and I am working, already five years: a study on Enea Silvio Piccolomini, and a translation of selected parts of his works. In the middle of this is the crusade-plan of Pius and, as you writes, Bessarion. The translation into Dutch of these writings is my job.

On my internet-site you can find something. I have made a link to your url with the music of Dufay with text scrolling of this beautiful motet.
(
http://home.planet.nl/~golds067/navigat.htm )
I hope you will continue your investigation.
Best wishes and regards,
michel



Caro Michel,
le rispondo in italiano, visto che conosce questa lingua abbastanza da essersi avventurato (ne sono più che lusingata) nel mio Enigma di Piero, e anche perché tutti i visitatori del sito possano leggere la risposta alla sua gradita mail.
Sono certamente molto interessata ai suoi studi su Enea Silvio e sul tentativo di crociata in Moerea, così come in generale all'insieme del progetto che ha in corso con Zweder von Martels. E sono felicissima del link con il suo sito, che in effetti potrebbe incrociarsi e anche approfondirsi (ad esempio, cross-links specifici potrebbero collegare parti del mio Regesto Maior di note a parti del progetto olandese).
Ma mi rendo conto che per una collaborazione piu' proficua la lingua italiana non è l'ideale. E ne approfitto per segnalare a lei, e a quanti dovessero leggere questa risposta, che mentre sono già in corso le traduzioni in francese (per la casa editrice Les Belles Lettres) e in greco moderno (per la casa editrice MIET) dell'Enigma di Piero, il libro non ha ancora trovato - francamente non capisco perché, penso davvero sia un caso - un editore in lingua inglese. Rivolgo quindi ai lettori, oltre che a lei, un piccolo appello: conoscete qualcuno che abbia voglia di tradurlo in lingua inglese? vi viene in mente qualche editore che possa avere voglia di pubblicarlo, in Inghilterra o in America?
SR

San Paolo ai Corinzi


Cara sig.ra Ronchey
ho letto il suo ultimo articolo su "Io Donna" del 28/07/2007.
Vorrei da cristiano e dunque da Cattolico speiegarLe alcune inesattezze cola' espresse. Lei cita a sproposito S. Paolo per giustificare il velo islamico e volendolo  assimilare al velo cristiano.
Ma per favore! Nessun parallelo superficiale tra quel significato di Devozione e il loro dedicato invece ad Allah, ma soprattutto al suo privilegiato fedele: il "maschio padrone"! Il velo, molto piu' in passato, e' tuttora usato dalle fedeli Cattoliche e Greco Ortodosse solo e durante le funzioni religiose.

S. Paolo, astutamente, e' estrapolato dal contesto della lettera del Santo..  Egli afferma anche, nella stessa ai Corinzi, riportata a meta' nel "pezzo":  "Pero' nel Signore, ne' la donna e' indipendente dall'uomo ne' l'uomo puo' essere senza la donna; poiche' come la donna e' dell'uomo, cosi' l'uomo nasce per mezzo della  donna, e tutto e' da Dio". E  sempre S. Paolo (Efes. capo  V) scrisse: "Voi uomini amiate le vostre mogli come Cristo amo' la Chiesa dando se stesso per Lei" e aggiunge poi "Cosi' i mariti, devono amare le proprie mogli come i propri corpi, infatti chi ama sua moglie ama se stesso". Come si puo' notare un concetto di donna ben differente!

Distinti saluti,
Maurizio



Caro Maurizio,
a lei l'islam non va proprio giù, eh?
Ho già segnalato che la sezione "Contatti" di questo sito vorrebbe servire soprattutto allo scambio di informazioni e suggestioni scientifiche, non alle polemiche, specialmente quelle infinite.
A mo' di risposta, comunque, a quanto lei cita di San Paolo, le sottopongo a mia volta il testo intero della citazione di questo grande dalla quale ho estrapolato la parte (tutto sommato la più innocua) sull'uso femminile del velo. Giusto per cercare di mostrarle, ancora una volta, quanto complesse, ambigue, non univoche siano le presunte "verità", a un approccio non dogmatico ma aperto: qual è quello di ogni storico, indipendentemente dalle sue predilezioni culturali o convinzioni religiose.
SR


Paolo, Prima lettera ai Corinzi, 11, 2-10

2 Vi lodo poi perché in ogni cosa vi ricordate di me e conservate le tradizioni così come ve le ho trasmesse. 3 Voglio però che sappiate che di ogni uomo il capo è Cristo, e capo della donna è l'uomo, e capo di Cristo è Dio. 4 Ogni uomo che prega o profetizza con il capo coperto, manca di riguardo al proprio capo. 5 Ma ogni donna che prega o profetizza senza velo sul capo, manca di riguardo al proprio capo, poiché è lo stesso che se fosse rasata. 6 Se dunque una donna non vuol mettersi il velo, si tagli anche i capelli! Ma se è vergogna per una donna tagliarsi i capelli o radersi, allora si copra.7 L'uomo non deve coprirsi il capo, poiché egli è immagine e gloria di Dio; la donna invece è gloria dell'uomo. 8 E infatti non l'uomo deriva dalla donna, ma la donna dall'uomo; 9 né l'uomo fu creato per la donna, ma la donna per l'uomo. 10 Per questo la donna deve portare sul capo un segno della sua dipendenza a motivo degli angeli.

I marmi del Partenone


Η Αγγλική Επιτροπή για τα μάρμαρα του Παρθενώνα, έχει 'ανεβάσει' στό διαδίκτυο την ιστοσελίδα, <
http://www.parthenonuk.com> όπου πραγματοποιείται ψηφοφορία, για τα **Μάρμαρα τού Παρθενώνα**. Η ψηφοφορία 'βολιδοσκοπεί' τις προθέσεις αλλά και τις απόψεις και αντιδράσεις των πολιτών όλων των Χωρών για το εάν πρέπει να επιστραφούν τα Μάρμαρα του Παρθενώνα στην Ελλάδα και να τοποθετηθούν σε ειδικό Μουσειακό χώρο στην Ακρόπολη. Η ψηφοφορία είναι ανοικτή για όλους τους πολίτες όλων των Χωρών.
**Ψήφο YES ΤΩΡΑ!**   Ψηφίστε τώρα και ενημερώστε και άλλους για να ψηφίσουν και αυτοί!!!_  **ΠΡΟΣΟΧΗ**..... Για να έχει βαρύτητα η ψήφος σας, καλό θα ήταν να υπογράψετε 'ηλεκτρονικά'. Αφού ψηφίσετε, αμέσως μετά να δώσετε το όνομα, το επώνυμό σας και το e-mail σας.
Το πρόγραμμα καταχώρησης και καταμέτρησης των ψήφων, είναι ειδικάσχεδιασμένο, ώστε να δέχεται ΜΙΑ μόνο ψήφο από τόν καθένα!!

Alle otto della sera


Mi chiamo Giuliano e sono un assiduo ascoltatore di questa trasmissione.
Per prima cosa vorrei porgere i miei complimenti più vivi a tutta la redazione di "alle otto della sera".
Complimenti per gli argomenti scelti, per gli esperti che di volta in volta li espongono, per le scelte musicali sempre molto belle. Bellissima l'ultima serie dedicata alla caduta di Costantinopoli, trovo assolutamente meravigliosa la conduzione della signora Ronchey.

Trovo altresì carente l'offerta di puntate scaricabili... potreste mettere a disposizione più materiale e per un tempo un po piu lungo.
Non ho fatto a tempo a scaricare la puntata numero 14 della serie dedicata ad Annibale.
Gentilmente mi potreste dire come potrei recuperarla?
Grazie e buon proseguimento.
Giuliano

accedi alle puntate di Alle otto della sera

A cena con i bizantini


A TUTTI GLI INTERESSATI
 
Oggetto: Museo dell'Abruzzo Bizantino ed Altomedievale di Crecchio (CH). Invito alla festa A CENA CON I BIZANTINI, 20-22 luglio, ed inaugurazione mostra ARREDO LIGNEO DELLA VILLA DI VASSARELLA, venerdì 20 luglio ore 18, Castello di Crecchio.

 
    Cari amici, ho il piacere di invitarvi per il prossimo fine-settimana 20-22 luglio 2007, alla festa A CENA CON I BIZANTINI, che si terrà fra Castello di Crecchio, sede del Museo dell'Abruzzo Bizantino ed Altomedievale,e  Borgo di Crecchio nelle tre serate a partire dalle ore 19.30.
Per venerdì 20 è inoltre prevista alle ore 18 l'inaugurazione del museo della nuova sezione dedicata all'ARREDO LIGNEO DELLA VILLA ROMANO-BIZANTINA DI VASSARELLA. Garantisco -come sempre- un'iniziativa di particolare interesse e fascino.
 
Se volete rendervI conto di persona della valenza e dei contenuti dell'iniziativa da quest'anno, per la prima volta, siamo in rete,   su YouTube, con bene tre film, dedicati rispettivamente a scavi archeologici diCrecchio, nascita del museo dell'Abruzzo Bizantino, fesre bizantine nel borgo di Crecchio.
Basta che digitiate Crecchio nella search, ed escono tutti i tre.
Oppure, eccovi gli indirizzi, da copiare ed incollare sulla barra dell'indirizzo di ricerca di explorer:
 
http://www.youtube.com/watch?v=EfatngHlKzE
 
http://www.youtube.com/watch?v=fXyCEa1fnvw
 
http://www.youtube.com/watch?v=rAIYOrNHXEI
 
Se vi collegate tenete presente che vi sono inoltre anche le specifiche per collegare (to embed) i 3 filmati ai vostri siti, per il che diamo sin d'ora la nostra autorizzazione.
Accludiamo inoltre in copia il depliant della suggestiva ed anzi unica mostra proposta quest'anno.
Grazie per l'attenzione, cordiali saluti e speriamo di avervi  presto ospiti a Crecchio, oltre che la segnalazione incontri l'interesse dei fruitori dei vostri siti.
 
Il direttore del Museo dell'Abruzzo
Bizantino ed Altomedievale
Andrea Staffa

Diritto bizantino


Gent.ma Dott.ssa Ronchey,
Le scrivo la presente per chiederLe se mi può segnalare un manuale che tratti, anche per sommi capi, il diritto bizantino e la sua storia.
Tengo a precisare che la mia "passione" per la storia bizantina è relativamente recente (ho letto "storia dell'impero bizantino" di G. Ostrogorsky).
Ho reperito il presente indirizzo dal suo sito.
La ringrazio sentitamente per ogni suggerimento che mi potrà dare al riguardo e colgo l'occasione per porgerLe distinti saluti.
Fabrizio



Caro Fabrizio,
fra i testi aggiornati suggerirei F. BRANDILEONE, Il diritto bizantino nell’Italia meridionale. Dall'VIII al XII secolo,in Antiqua 45, ed. Jovene, Napoli 1987. A. D'EMILIA, Appunti di diritto bizantino. I. parte generale. Le fonti. Ed. Tumminelli, Roma 1945 e soprattutto la voce "Diritto bizantino" (190 pagine) nell'Enciclopedia giuridica italiana.

Un saluto,
SR

Alle otto della sera


A Silvia Ronchey.

Di solito trovo molto stucchevoli i "complimenti per la trasmissione", ma non ho saputo resistere alla tentazione di scriverle per ringraziarla del piacere che mi ha dato, consentendomi di ascoltare una bellissima trasmissione su un tema, storico e non solo, di estremo interesse.
La cosa che particolarmente mi ha colpito è stata, oltre alla sua padronanza, la passione che ha e che è riuscita a trasmettere.
Grazie ancora.

Giancarlo



Carissimo Giancarlo,
grazie a lei delle confortanti parole!
SR

accedi alle puntate di Alle otto della sera



Urbino, 15 giugno 2007


Gentile Dottoressa Silvia Ronchey,
sono Claudio, fotografo della Polizia Scientifica, che ha avuto il grande piacere di assistere il 15 giugno ad Urbino, alla tavola rotonda sul dipinto "La Flagellazione di Cristo" di Piero della Francesca.
La relazione da me redatta sulle luci ed ombre del dipinto si inserisce in una più ampia analisi che l'Ufficio in cui lavoro sta sviluppando, coordinata dal Dirigente Dot. Silio Bozzi. Con la nostra ricerca miriamo ad evidenziare elementi nuovi riguardanti il dipinto utilizzando tecniche proprie della Polizia Scientifica.
Complimenti per la ricchezza delle sue ricerche e per il modo chiaro e coinvolgente di esporle. Grazie di tutto.

Distinti saluti,
Claudio




Carissimo Claudio,
sono veramente felice del suo messaggio. Anche perche' l'indagine che lei e i suoi colleghi state svolgendo sul dipinto potrebbe aiutarci a risolvere alcuni altri problemi. 
Uno e' quello che ha appena sollevato un altro lettore, di nome (omen!) Piero, la cui mail può trovare inserita in questo stesso Libro degli Ospiti: il sultano turco è davvero scalzo, o potrebbe indossare dei calzari aderenti? Solo tecniche sofisticate come quelle di cui ritengo disponga la Polizia Scientifica potrebbero arrivare a una disamina della stesura pittorica in grado di appurare se esista realmente una discrasia tra questo e gli altri soggetti. Ma è solo un esempio del grande interesse che nutro per il suo e vostro lavoro, del quale, la prego, mi tenga e ci tenga informati!
SR

Il sultano scalzo


Gentlissima signora,
a pag. 241 del suo bel libro su Piero,a proposito dl sultano turco,lei scrive: "Ma è scalzo".
Ma è proprio scalzo?
Il colore -più carico- e la forma -meno filante, specie alla caviglia- fanno sospettare il contrario; e visto il ruolo che qui giocano i piedi, qualche parola in più non guasterebbe.
La ringrazio per l'attenzione.
Piero



Caro Piero,
la sua osservazione è davvero interessante.
Le dirò che non avevo mai pensato (come del resto, a quanto mi risulta, neppure gli altri storici interessati alla Flagellazione) che il sultano turco possa non essere scalzo.
Occorrerà approfondire, e si potrà farlo, magari, con l'aiuto di un altro visitatore del sito, Claudio De Simoni, le cui coordinate e le cui notizie potrà trovare in questo stesso Libro degli Ospiti.
Sempre che lei non abbia personalmente altri strumenti d'indagine.
Per ora un saluto e un sincero ringraziamento per il suo contributo alla ricerca, che com'è noto, se è ricerca vera, non finisce mai!
SR

Urbino, 15 giugno 2007


cara Silvia,
grazie ancora per l'invito alla presentazione urbinate: è stata un'esperienza memorabile; ha forse avuto tempo per guardare il 'corto' che le ho dato? in caso positivo, mi piacerebbe sapere cosa ne pensa; grazie e a presto.
Luca



Caro Luca, 
confesso che da quando ci siamo incontrati a Urbino non ho mai smesso di pellegrinare e non ho ancora avuto modo di fermarmi davanti a un televisore e guardare il suo corto. Ma ne sono curiosissima e lo faro' quanto prima.
Per ora un saluto,
SR

Piero Regiomontano


Carissima Silvia,

dopo il mio ultimo messaggio del 5 febbraio, nel quale ti chiedevo notizie di una connessione Piero-Bessarione-Regiomontano, sono successe molte cose nel mio lavoro su Piero, tra cui la fine (finalmente) dell'elaborazione critica dei disegni del trattato d'Abaco, e la pubblicazione di un breve saggio su Piero e gli astri, apparso sul catalogo della mostra Piero della Francesca e le corti Italiane. Io ipotizzo un incontro Piero Regiomontano e propongo una datazione più tarda per il Sogno di Costantino (1464).

Come vanno i tuoi studi? Sei ancora in Italia o in qualche parte del mondo?
Ciao,

Vladimiro



Carissimo Vladimiro,

sai che, pur essendoci anche un mio saggio, non ho ancora ricevuto il catalogo della mostra di Arezzo?
Sono molto curiosa di leggere il tuo scritto su Piero e gli astri. Un incontro Piero-Regiomontano, per quanto posso giudicarne io in base ai dati che ho sul suo soggiorno con Bessarione, e' logisticamente probabile. Se poi ne hai trovato tracce iconografiche inconfutabili, be', la cosa diventa entusiasmante, anche perche' sarebbe l'unica dimostrazione positiva e certa (a parte il perduto ritratto delle stanze vaticane) che Bessarione e Piero si conoscessero personalmente. Riesci a mandarmi un estratto del tuo scritto, in attesa che Skira' mi mandi il volume?
Per ora un saluto, e complimenti.
SR

Cannoni da battaglia


Roma 12 Luglio 2007
 
Gentile Professoressa Ronchey
 
    Sono uno studente(Quarantenne ndr) e nell'esame di "Storia bizantina" ad Aprile,parlando della caduta di Costantinopoli,ho facendo riferimento al ruolo dei cannoni in tale vicenda,sui quali la mia Prof ha manifestato però perplessità.Poi nell'ascoltare la sua ultima (mi sembra) trasmissione "Alle otto di sera" ho sentito che lei ne faceva menzione: dove posso trovare trattazione più ampia o comunque riferimenti sull'argomento?

    E se posso ancora approfittare........ a Firenze sono iscritto a Lettere e durante le mie peregrinazioni post-esame,nella basilica di San Marco mi sono imbattuto in un mosaico di "Madonna tra santi",che secondo l'anziano fraticello di guardia,sarebbe dono di un meglio non identificato Papa fatto in un epoca lontanissima e comunque altrettanto ignota.E' davvero bella ed i riferimenti all'iconografia bizantina esemplari:Stivaletti rossi,porpora,diadema etc.Sia i santi Raimondo e Domenico,evidentemente postumi ed attribuiti a Fra Bartolomeo, che la provenienza dalla Basilica costantiniana vaticana sono gli unici riferimenti che sono riuscito a reperire su libri ed internet.Lei forse conosce questo mosaico o ne ha notizia?Sono davvero curioso : Tipologia mi sembra alquanto rara in Firenze.Nei miei "giretti" l'unico altro esempio che mi è capitato è una icona al Bargello rappresentante un Cristo benedicente veramente bella mi sembra di ricordare dell'XI sec. non molto in evidenza ma,che comunque spicca per la sua unicità in qel contesto.

    Scusandomi per la mia prolissità,aggiungendomi al coro dei complimenti per la sua trasmissione e per i suoi libri su alcuni dei quali ho anche avuto ed ho il piacere di studiare la saluto e le auguro buono studio
 
Mario




Caro Mario,
quanto all'uso dei cannoni nella battaglia di Costantinopoli, il miglior testo introduttivo alla questione è il classicissimo "La caduta di Costantinopoli" della Fondazione Valla (2 volumi curati da Pertusi), che sia nell'introduzione, sia nelle note, sia, soprattutto, nella preziosa Cronologia che apre il primo volume si sofferma sull'argomento (fornendo anche notizie tecniche su peso, calibri, gittata e così via).
Ma forse la sua Professoressa di Storia Bizantina (a proposito: a quale docente si riferisce?) avanzava perplessità di altro genere, non cioè sul ruolo dei cannoni in sé (indubitabile, anche in base alle fonti, da Isidoro di Kiev a Ducas) ma su alcuni dati specifici (modalità d'uso o altro)?

Quanto alla sua esplorazione a San Marco, confesso di non conoscere il mosaico cui fa riferimento: colpevolmente, cosicché le sarei grata se potesse, magari, inviarne una scansione, così da verificare anzitutto l'effettiva 'bizantinità' della sua iconografia.
Grazie di tutto!
SR



  Sbalordito ma felicissimo per la rapida risposta.
 
    Sarà fatto come possibile per la scansione.Peccato ero a Firenze proprio ieri per un esame (penultimo) avrei potuto fotografarlo.
 
    In quanto al nome della Professoressa sarei un po'in imbarazzo a questo proposito perché la sua perplessità in merito era veramente relativa al al loro utilizzo ed utilità nella battaglia.Non ebbi coraggio di ribattere perché per l'esame mi preparai sull'Ostrogorsky,sul suo "Lo stato bizantino" e sul Mango "la civiltà bizantina",nei quali di ciò non mi sembra si parli.Il mio era un ricordo di una lettura fatta chissà quando:la preparazione di studenti come me con vent'anni di letture svariegate e disorganizzate alle spalle non è sempre molto scientifica(uno dei motivi per cui ho cominciato a studiare seriamente) anche se agli esami magicamente escono fuori nozioni che spesso possono fare la differenza.
   
Inoltre penso che la mia tesi sarà proprio con lei.Il mio indirizzo è archeologico ed il mio sconfinato amore per la mia Roma hanno indirizzato diversamente il mio piano di studi.Ma questi ultimi esami(dovrò fare anche Un "bizantina II")mi hanno davvero appassionato.Se avessi studiato prima certe cose avrei capito meglio Storia medievale e moderna dove invece ho avuto serie difficoltà.Inoltre sembra una persona molto disponibile anche telefonicamente e per la distanza questo è un gran vantaggio. Vedremo
    Comunque sia ancora grazie e a presto 
Mario

Corridoio bizantino


Gentile Prof.ssa Ronchey,
 
dopo averla ascoltata con tanto  interesse a Palazzo Ducale sull’”Enigma di Piero” ho potuto cogliere la sua disponibilità ad ascoltare anche i non esperti, ed io sono tra quelli.
Vivo ad Urbino e possiedo una casa in un piccolo paese, dista 15 chilometri da Urbino, chiamato Monteguiduccio frazione del Comune di Montefelcino.
La mia casa e altre case del piccolo centro storico sono attraversate da sotterranei chiamate  “grotte” aventi un’altezza di circa 2 m ed una larghezza circa 1,30 m  che continuano fuori del paese per 3-4 chilometri fino a raggiungere  una chiesa isolata detta “Chiesa di Santo Stefano di CasaRotonda”.

Dell’esistenza delle grotte fuori il paese sono rimaste le testimonianze delle persone più anziane in quanto nel tempo il territorio con la costruzione della strada asfaltata, varie frane  ecc. ha subito notevoli modificazioni.
Qualche anno fa visitò le grotte di casa mia il Prof. Giancarlo Gori (Ispettore Onorario per i Beni Culturali della vicina Fossombrone) ipotizzò che potessero far  parte del “corridoio bizantino” e mi disse che i sotterranei di una casa del centro di Fano (distante 35 Km dal mio paese) da lui visitata erano molto simili.

Ora io chiedo a lei se dalle foto, che le invio in allegato  è in grado di avvallare l’ipotesi del Prof. Gori e a quali studiosi eventualmente contattare per contribuire con questa testimonianza ai lori studi e ricerche.

Nel ringraziarla la saluto cordialmente e se dovesse tornare ad Urbino la inviterei a visitare il mio paesino.
Ester









Cara Ester,
la ringrazio per la documentazione davvero preziosa che mi ha inviato.
Provvederò a interpellare in materia i miei colleghi archeologi. Nel frattempo, mi permetto di inserire la sua mail nel Libro degli Ospiti del mio sito (www.silviaronchey.it), perché una risposta o un supplemento di documentazione possa giungere anche da altri lettori e visitatori.
Le farò sapere presto (e sì, verrò certamente a visitare Monteguiduccio e le sue grotte!).
Un cordiale saluto,
SR 



Alle otto della sera


Salve,
Ho avuto l'occasione di ascoltare alcune puntate della Vostra trasmissione sulla presa di Costantinopoli.
Ritengo (per quanto può valere il mio giudizio...), il programma estremamente interessante, perchè rende molto chiaro un passaggio storico di enorme e lunghissima portata, che viene spesso ignorato; ed inoltre è magnificamente condotto dalla curatrice, che è bravissima nello spiegare/raccontare i fatti accaduti.

Ho notato che domani (venerdi primo giugno) si concluderà la serie su Costantinopoli, e dato che spesso mi è difficile ascoltare il programma, Vi chiedo se è possibile recuperare in qualche modo una raccolta completa delle puntate andate in onda.

Cordialmente
davide



Caro Davide,
grazie del suo messaggio e dei suoi apprezzamenti.
Quanto alla sua domanda, la risposta è sì. Le puntate diverranno scaricabili presto (anche sul sito www.silviaronchey.it). E conto di riuscire anche a trasformarle in un libro, da pubblicare l'anno prossimo per Sellerio.
Un cordiale saluto,
SR

accedi alle puntate di Alle otto della sera



Alle otto della sera


Rilevo che in più circostanze la conduttroce del programma ha pronunciato il vocabolo Paleologo, con un accento errato: quest'ultimo, infatti, va posto sulla "o"del dittongo "eo" e non sulla seconda "o".
Cordialità.
Ugo



Caro Ugo,
l'accentuazione Paleològos è la sola corretta, dal punto di vista della storia della lingua greca, e dunque, per noi bizantinisti, obbligatoria. In età bizantina - specie poi in quella tarda - si erano infatti già introdotte le consuetudini che si incontreranno poi anche nella katharevousa del greco moderno (ad esempio: vizandinològos e non vizandinòlogos, per dirne una).
Nulla, naturalmente, morfologia e grammatica in testa, vieta di pronunciare Paleòlogo, all'antica (nella quale l'accento non cade comunque sul dittongo "ai" ma sulla "o" che lo segue immediatamente), specie in un contesto non neogreco italiano qual è quello in cui lei presumibilmente vive.
Grazie comunque dell'attenzione, e un cordiale saluto.
SR

accedi alle puntate di Alle otto della sera



Alle otto della sera


Salve, seguo con grande attenzione il vostro programma sulla caduta di Costantinopoli! Vorrei sapere se, anche al termine della trasmissione, sarà possibile disporre di un testo scritto di quanto detto sulla caduta di Costantinopoli e di altri argomenti sempre trattati da questa trasmissione. Compllimenti a tutta la redazione sia per i testi che per la scelta delle musiche.
Annamaria



Cara Annamaria,
grazie del suo messaggio e dei complimenti. Posso rispondere solo per quanto riguarda la caduta di Costantinopoli: sì, con un po' di lavoro alchemico dovrei riuscire a trasformare il testo delle puntate in un breve libro, da pubblicare l'anno prossimo per Sellerio.
Quanto alla scelta delle musiche, che anch'io ho trovato adorabile, il merito è tutto della regista Federica Barozzi.
SR

accedi alle puntate di Alle otto della sera



Alle otto della sera


Egregia redazione, da un paio di settimane ascolto in Podacast la storia raccontata dalla bella voce di Silvia Ronchey.
Sono uno storico , ma anche una vecchia cultrice della radio e mi ha fatto molto piacere questa scoperta che si può "ad libitum" fruire.
Complimenti vivissimi alla prof.ssa Ronchey e a voi che date spazio a queste iniziative, riscattando la Rai da tanto pattume in prima serata e non solo.
Distinti saluti
 Mariantonietta



Cara Mariantonietta,
grazie a lei, da parte mia e anche da parte dei (coraggiosi, ha ragione!) colleghi di RadioRai. Sono particolarmente felice che lei, da storico, ascolti questa storia in Podcast. Mi conferma nell'idea che la trasmissione del sapere sa trovare sempre nuovi veicoli, e che se i mezzi tradizionali (scolastici, universitari, libreschi) a volte sembrano essersi un po' inceppati, il suo meccanismo sia in realtà inarrestabile. 
SR

accedi alle puntate di Alle otto della sera



Alle otto della sera


Gent.ma prof.ssa Ronchey,
 
    Le è scappato un "vivèret" durante una citazione latina. Che dirò ai miei studenti di prima liceo con cui mi arrabbio quotidianamente per gli accenti dell'imperfetto congiuntivo?
    Inoltre, nella mia ignoranza, non capisco perché si debba dire "Paleològo" e non "Paleòlogo".
    Ultimo ma non meno importante, prendo atto che per lei i dibattiti di Bessarione e Nicola Cusano sulla "religione universale" erano più elevati delle banali questioni dogmatiche tipo il Filioque. A me pare che sia esattamente il contrario: paccottiglia gnostica le prime, vaniloqui che oggi ahimé vanno di gran moda, decisive questioni teologiche le seconde benché oggi sprezzantemente neglette.
 
I più cordiali saluti
 Franco



Caro Franco,
la ringrazio delle sue stimolanti spigolature.
Se mi è scappato un vivèret, per un filologo classico quale io sono, è veramente più vergognoso del tradimento di Giustiniani!
Invece l'accentuazione di Paleològos è la sola corretta, dal punto di vista della storia della lingua greca. In età bizantina - specie poi in quella tarda - si erano già introdotte le consuetudini che si incontreranno poi anche nella katharevousa del greco moderno (ad esempio: vizandinològos e non vizandinòlogos, per dirne una).
Nulla, naturalmente, morfologia e grammatica in testa, vieta di pronunciare Paleòlogo, all'antica; ma è un ipercorrettismo, o comunque un anacronismo.
Quanto al maggiore interesse che lei accorda al dibattito dogmatico sul Filioque rispetto a quello filosofico tra Bessarione e Nicola Cusano, bè, ognuno ha i suoi gusti e le sue priorità. Tuttavia, se mi permette, un dato oggettivo c'è. In una prospettiva strettamente teologica, l'originaria introduzione del Filioque nel Credo non può che essere vista come un'interpolazione incolta, rispetto, intendo, al sofisticato dibattito trinitario dei grandi concili precedenti. Che poi intorno a questo piccolo pasticcio, risalente ai secoli bui del medioevo ispanico, generato da circostanze ecclesiastiche locali e contingenti, si sia imbastita dapprima una querelle politica e poi creata, col procedere dei secoli, una vera e propria letteratura teologica, è un altro paio di maniche: lungi dal sottovalutarne l'importanza storica. 
Per la vera e propria storia del pensiero, a mio avviso, gli scritti di Cusano e Bessarione sono molto più importanti, se studiati a fondo; ma posso anche capire la sua allergia alla rivalutazione un po' new age di una lignée filosofica che lei definisce, in senso lato credo, gnostica, e che in effetti è a volte un po' troppo facile piegare alle mode. 
Un cordiale saluto,
SR

accedi alle puntate di Alle otto della sera



Alle otto della sera


Gentile Dottoressa Silvia Ronchey,

Sono un appassionato lettore - ed ora ascoltatore .. - di storia.
Nella vita faccio tutt'altro (ingegnere, progetto ponti) e quindi sono solo un cultore dilettante, ma nei decenni ho maturato una discreta conoscenza di alcune tematiche storiche.
In particolare sono affascinato dalla storia di Istanbul, dove vado abbastanza spesso - anche per lavoro - e che ormai conosco nei dettagli (intendo la città, non la storia purtroppo).

La Sua lettura dell'Assedio è coinvolgente: ultimamente non vedo l'ora di andare in palestra alle 8 con il mio auricolare...

Sarei onorato di poter avere un breve colloquio con Lei - e_mail, lettera, incontro dove e quando vuole - su un tema specifico : la braudeliana inesorabilità della Caduta contrapposta alla visione in un qualche modo 'casuale' (what if fosse arrivata "anche una sola vela" veneziana...) da Lei brillantemente esposta.

Me la dà una chance?

Distinti saluti
Antonello



Caro Antonello,
in effetti quello che lei menziona è il vero perno - storico, ma anche storiografico - su cui ruota la mia riflessione sul 29 maggio 1453. Certo che mi farà piacere sentire le sue idee in proposito (così come la sua opinione su quell'evento a mio avviso veramente inesplicabile in base ai dati in nostro possesso, e, di nuovo, centrale per l'esito della battaglia, che è la defezione di Giustiniani). Può scrivermi attraverso il modulo di contatto del mio sito personale: www.silviaronchey.it.
E grazie delle cortesi parole!
SR

accedi alle puntate di Alle otto della sera



Alle otto della sera


Gentile Prof. Ronchey,
grazie per la sua bellissima serie sulla caduta di Costantinopoli. Se dovessi scegliere come fare una trasmissione di questo tipo, la farei come la vedo realizzata da Lei. Sono molto apprezzabili il rigore storico e documentale, assieme agli aspetti economici e di valutazione secondo la nostra ottica "moderna" dei fatti di quel tempo, assieme agli aspetti emotivi ed emozionanti di quelle vicende, che hanno suscitato il mio entusiasmo.
Complimenti - e non mi consideri sfacciato se oso sperare in una seconda puntata, e cioè 'la battaglia di Vienna' nella quale Emanuele di Savoia ha sconfitto i turchi che stavano per invadere tutta l'Europa. Forse questo ricade meno nell'ambito disciplinare della sua competenza storica, tuttavia il suo stile è così accattivante che credo la riuscita di questa altra serie di trasmissioni sarebbe eccellente.
Con i migliori saluti
Enrico



Caro Enrico,
come ha ragione! La battaglia di Vienna non solo è una tappa capitale della storia europea, ma è straordinariamente affascinante nonché è ancora meglio, se possibile, documentata, almeno sul piano storico-militare, di quella di Costantinopoli.
Credo comunque che spetterà a uno storico moderno e non a un bizantinista occuparsene. So peraltro che Valerio Massimo Manfredi sta scrivendo qualcosa proprio a questo riguardo, non so se un libro o la sceneggiatura per un film.
Grazie per i complimenti, un saluto,
SR

accedi alle puntate di Alle otto della sera



Alle otto della sera


Buonasera!
Volevo complimentarmi per la trasmissione in generale, ma soprattutto per questa ultima serie, davvero interessantissima.

Mi rivolgo quindi a Silvia Ronchey, perchè sta passando informazioni interessantissime e sfaccettature difficili da reperire sui libri di storia.
Per me, la scoperta fatta alcuni anni fa grazie ad un amico, di quanto la nostra cultura sia legata a Bisanzio è stata bellissima.

Sono stata a Bisanzio tre volte e proprio l'ultima volta ho cercato, con quello che sapevo, i segni dell'ultima battaglia: dalle mura, alla catena che ancora è conservata nel museo della marina (mi pare), alle bombarde ...

Grazie mille e spero che le puntate diventino scaricabili presto.

Saluti "complimentosi" e buon lavoro a tutti!
Chiara



Cara Chiara,
grazie per i complimenti e soprattutto per quanto scrive - è una vita che cerco di dimostrarlo! - sull'importanza del legame della nostra cultura con Bisanzio.
Non solo le puntate diverranno scaricabili presto (anche sul sito www.silviaronchey.it), ma conto di riuscire anche a trasformarle alchemicamente in un libro, da pubblicare l'anno prossimo per Sellerio.
Un saluto,
SR

accedi alle puntate di Alle otto della sera



Complimenti


Egr.a prof.ssa Ronchey,

sto leggendo il libro 'L'enigma di Piero' e vorrei ringraziarLa, semplicemente.
(Infatti non trovo le parole per trasmettere l'entusiasmo che provo nel leggerlo e nel diffonderlo presso amici in grado di apprezzarlo).
Mi ha aperto gli occhi e mi pare di capire, adesso, molto di più le complesse vicende storiche e la cultura moderna, mediterranea e veneziana. Ma è anche la struttura che Lei ha scelto di dare all'opera che mi affascina e che le conferisce una particolare 'spazialità' (mi passi, La prego, questo attributo architettonico)
Grazie!!!
Barbara


Carissima Barbara,
la ringrazio davvero delle lodi e dell'entusiasmo, tanto più gradito da parte di una veneziana!
SR




Alle otto della sera


Cara Silvia , ora che è quasi finita, volevo farti i miei complimenti più vivi per “le otto della sera”: si tratta davvero di un’eccellente divulgazione fatta inoltre, il che non guasta, con la tua bella voce calda e avvolgente. Un caro abbraccio.
Mario




Sinesio


Gentile Professoressa,
sono un vecchio laureato della Facoltà di Lettere e Filosofia di Siena e lavoro in Banca.
Ho appreso che lei è docente a Siena dal mio amico Alberto Olivetti - che insegna Estetica da voi - e dal sito della Facoltà (io ho avuto l'occasione di conoscerla e di apprezzarla seguendo la trasmissione di RAI DUE, alle Otto della sera, che tratta della caduta di Costantinopoli e che va in onda proprio in questo periodo).
Avrei un quesito da porle e Le sarei grato se potesse rispondermi o farmi rispondere da qualcuno dei suoi studenti.
Sul libro di C.F. Volney "Les Ruines" Réimpression de lédition de Paris, 1822 - Slatkine reprints Geneve 1979 - presentation de Jean Tulard, a pag.234 alinea 19, c'è un rimando alla nota di pag 363, la quale testualmente recita:
......"Le peuple, dit l'eveque Synnesius (IN CALVIT., pag.515) - (sic) - veut absolument qu'on le trompe, on ne peut en agir autrement avec lui...............Les anciens pretres d'Egypte en ont toujours usé ainsi; c'est pour cela qu'ils s'enfermaient dans leur temples (omissis).....si le peuple eut été du secret, il se serait faché qu'on le trompat.(omissis)...........Pour moi, je serai toujours philosophe avec moi, mais je serai prétre avec le peuple".

Ebbene, l'Elogio della Calvizie mi risulterebbe essere un libro di nemmeno cento pagine e non di 515; l'ho letto e non ho, comunque, trovato la citazione; ho scorso l'opera di Sinesio di Cirene, Lettere e Inni (a cura di Garzya) e, ugualmente, non ho trovato alcunchè. In una nota di un articolo in inglese, che parla di esoterismo, c'è la stessa citazione, riferita a Sinesio, che rimanda, però, a Cave's Eccl. pag 115, ma anche con questi estremi non sono giunto ad alcun risultato.
Lei conosce la citazione? e saprebbe dirmi a quale opera di Sinesio si riferisce?
La ringrazio anticipatamente per quello che potrà fare. Con molta stima, indipendentemente, mi creda, dal fatto se Lei avrà il tempo per rispondere a questa mia richiesta.

Florio



Alle otto della sera


Gentile signora Ronchey,
sono un povero geologo, ormai a trent'anni di distanza degli studi classici.
Per vari motivi (Paolo Rumiz tra gli ultimi!!) cerco di manteermi curioso, su religioni, oriente, storia.
Ascolto poco la radio, un po durante il viaggio tra Trieste 8dove lavoro) a Udine, dove vivo.
Per sua fortuna e mia sfortuna l'altro ieri sonon tordato a casa tardissimo ! e sono incappato nel suo programma.
Bellissimo e come lo racconta bene !
Adesso cerco di usare al meglio la tecnologia:
Ascolto le puntate utilizzando una connessione a fibre ottiche, quindi uso un software per intercettare il segnale audio e trasformarlo in file .mp3 e poi l'ascolterò con l'iPod
Auguri per il suo lavoro

furio


p.s.
ma trovo, su internet una pianta di Costantipoli con i nomi delle porte, dei quartieri ?
grazie




Caro Furio,
grazie per quanto mi scrive.
In internet c'è un buon sito, fatto dal mio collega della NYU Thomas Mathews (se associa questo nome e Constantinople google dovrebbe trovarlo subito), con una pianta interattiva di Costantinopoli: di fatto, cliccando sui vari toponimi, se ne ottengono foto e piante.
Ad ogni buon conto, le allego la mappa più seria che abbiamo, che è ancora quella della Constantinople Byzantine di Janin: è il minimo, per l'occhio di un geologo! La risoluzione è alta e zoomando può distinguere ogni nome e dettaglio.
Un amichevole saluto,
SR






grazie mille a lei,
la carta è ottima se non altro mi aiuta subito a capire che la città antica, a differenza di quella moderna era tutta a sud del Corno d'oro.
ieri mi sono addormentato ascoltando sull'i-pod la terza puntata.
E pensavo a quella cretina di mia figlia (15 anni, l'anno scorso 10 in matematica, 9 in latino, quest'anno primo moroso e nuovi dovcenti e il profitto è sceso) che non ama la storia !
cielo, se avesse un'insegnate che spiega come lei, sono certo ne rimarrebbe affascinata.
buon week end
furio

PS ho passato la lontana estate del 1975 a meditare
mi iscrivo a Storia o mi iscirvo a Geologia...
è andata come sa...



Cara Silvia,
ieri sono finalmente riuscito ad ascoltare l'ultima puntata e ho finito.
Peccato sei una grande affabulatrice, degna comare/compare di gente come Marco Paolini, capaci di rendere storia viva, racconto afffascinante anche storie che sembrano ormai lontane, forse noiose.
Martedì vado una settimana a Kos, una delle Isole greche, facile che mettero piede perfino in Turchia.
io odio il mare, cosa non si fa per i figli. Tra i libri da portare mi prenderò quello tuo su Piero delle Francesca

Buon lavoro e cari saluti
furio



Caro Furio,
bè, grazie, i tuoi apprezzamenti mi sembrano tutti lusinghieri.
Se vai a Kos ti consiglio di fare una visita al monastero di San
Giovanni Theologos a Patmos e alla grotta dell'Apocalissi (c'è un
aliscafo tutti i giorni, va bene che odi il mare però vale davvero la
pena).
Sono molto felice che tu parta con il mio libro per quelle che molti
identificano con le omeriche Isole dei Beati.
Kalò taxìdi!
SR



odio stare al mare senza fare nulla..
per lavoro (Antartide) ho traversato 5 volte l'Oceano meridionale, mare forza 10
e poi ho avuto un padre famoso speleologo
e entrare in grotta è tornare a casa, nelle Madre terra
Ah si, l'hanno scorso ho visto mMnemvassia, con la chiesa in cima al monte e Mistrà che posti, che posti !
mi ha solamente un po' deluso il Malvasia del posto.
E' come il Tokaj ungherese: gli originali sono dolci, da meditazione i nostri sono secchi, da pesce,
Iassu !
ff



accedi alle puntate di Alle otto della sera



Fotografia infrarossa della «Flagellazione» (2)


Salve,
la ringrazio molto per la sua risposta alla mia mail riguardante la fotografia infrarossa dell'opera di Piero Della Francesca "La flagellazione di Cristo". Le comunico che sono venuto a conoscenza di un sito in cui è disponibile, previa autorizzazione, la fotografia in oggetto. Il sito è   arte.ino.it, come segnalatomi dalla gentile Sig.ra Chiara Mustarelli. Il mio interesse per questo particolare esame è nato in seguito ad una analisi delle ombre proiettate dalle fonti di luce sugli oggetti e sulle persone dipinte da  P. della Francesca.

Un esperto che ha contattato l'ente per cui lavoro sostiene che l'area sovrastante la colonna alla quale è legato Cristo, riceve luce dall'esterno,  riflessa dal cielo azzurro. I tre intercolumni della loggia, sotto la quale si svolge la flagellazione, sarebbero "tamponati" ossia chiusi, ad eccezione di quello centrale che sarebbe aperto nella parte alta e da questa apertura entrerebbe la luce particolare che illumina la porzione centrale di soffitto a cassettoni.Non sono d'accordo. La luce del cielo che penetra da una finestra non produce a mio avviso le ombre nette che si osservano nel dipinto. Tracciando una linea retta che prolunga i bordi delle ombre si può con una certa approssimazione stabilire la posizione della fonte di luce che produce le ombre stesse. Non è facile spiegarsi a parole, ma la direzione di almeno due ombre mi indica che la fonte di luce è posta fuori dal colonnato, ma vicino ad esso, ad una altezza grosso modo coincidente allo sguardo del Cristo!

Non posso dire che tipo di luce sia, perchè sospetto che ciò che emette luce sia coperto dai tre personaggi posti all'esterno ed in primo piano. Anche la sfera metallica che la divinità sopra la colonna regge con la mano sinistra, presenta i classici riflessi che una fonte di luce "puntiforme", non diffusa, diversa da quella del cielo, produce sulle superfici metalliche. La sfera ha due riflessi: uno, più vicino alle colonne, è netto e forte; l'altro,  sul lato opposto, è sicuramente prodotto dal vicino soffitto ed infatti è più ampio e morbido. La fonte di luce che produce il primo riflesso non ha le caratteristiche della luce del cielo.

Un esame fotografico agli infrarossi forse può dare qualche risposta e rivelare il disegno della fonte di luce coperta dal personaggio con barba e cappello in primo piano. A dir la verità non ho molta fiducia negli infrarossi perchè ho fatto alcuni test con delle scritte coperte da semplice bianchetto e una strumentazione che registra fino a 1000 nanometri da me utilizzata non è riuscita a scoprire nulla. Le pellicole fotografiche si fermano a soli 900-920 nanometri. Mi chiedo se un esame radiografico sia possibile e se possa dare qualche possibilità in più. 
Spero di non averla annoiata. La saluto con stima.
Claudio



Carissimo Claudio,
ciò che mi scrive è assolutamente affascinante. Purtroppo, non  ho le adeguate cognizioni tecniche per darle indicazioni sulla fotografia multispettrale o sulla possibilità di un'eventuale analisi ai raggi X. Tuttavia, se la sua ipotesi è corretta - e neanche su questo saprei pronunciarmi con competenza, ma altri lettori le cui mail sono state inserite in questo Libro degli Ospiti potrebbero dare il loro parere -, non mi sembra sia affatto necessario supporre che Piero abbia realmente disegnato la fonte di luce: anzi, l'effetto sarebbe tanto più emozionante in quanto si tratterebbe di una fonte nascosta, di una sorta di fantasma di luce celato dietro la figura di Bessarione.

Ripeto, non so se la sua ipotesi sia corretta, ma spero proprio che il sito funzioni anche un po' da forum e che qualche lettore più competente di me intervenga a darci la sua opinione.

Per ora, non posso che ringraziarla della passione che la sua ipotesi insieme suscita e manifesta.
SR



Una sottotraccia pagana


Gentile professoressa,
Sono lieto che mi abbia risposto: temevo che quell'ipotesi su Adone fosse davvero troppo strampalata. Confido che lei sarà così cortese da darmi modo di leggere suoi eventuali scritti sul tema della "sottotraccia pagana", come lei dice. 

Vede, è un tema che mi intriga assai, forse perchè deploro sia andata smarrita la radice pagana nella nostra cultura. Lo so, il cristianesimo ha dovuto combattere il paganesimo, e per far questo l'ha messo alla berlina (basta vedere ancora oggi la ridicola caricatura di paganesimo che si insegna al liceo); ma considerare incompatibili cristianesimo e paganesimo (e monoteismo e politeismo) è a mio avviso un grave errore teologico, oltre che un impoverimento religioso e culturale. L'uomo ha smesso di essere ecologo quando ha smesso di essere politeista: se vedi Dioniso scorrere nella linfa di una pianta, eviterai di sradicarla, o lo farai coi dovuti riti.

Mi chiede che cosa faccio nella vita. Sono ingegnere, vado in giro a organizzare fabbriche. Poi, a causa di ciò, o anche in vista di ciò, mi occupo di erpetologia, entomologia, botanica, storia dell'arte, musica e teologia. Tutto in modo rigorosamente superficiale, s'intende. Che filo rosso leghi tutte queste curiosità, me lo chiedo anch'io. Forse sono pretesti per sviare il pensiero della morte; ogni tanto, un nuovo pretesto si rende necessario... quale il prossimo?
Suo affezionato lettore
Dario



Caro Dario,
quanto all'errata e "irreligiosa" accezione corrente del paganesimo, e quanto al fondamentale errore teologico che la genera,  trova d'accordo non solo me, ma - citando un nome per tutti  -  James Hillman, i cui scritti suppongo conosca, e con il quale ho pubblicato due dialoghi in cui si parla ampiamente di questi temi. Che andrebbero, certo, ulteriormente diffusi e approfonditi. Lo farà ben presto, e con una risonanza sicuramente ampia, la costituenda "Fondazione Zolla", costituita in memoria e per continuare l'attività di riflessione e di studio di un altro autore che le sarà noto, Elémire Zolla appunto:  troverà, al momento opportuno, tutte le notizie in questo sito.
Nel congratularmi con lei per la coerenza e - appunto - religiosità con la quale affronta e la sua professione e la sua vita, mi domando se troverà il tempo di mettere per iscritto la sua ipotesi su Adone, per pubblicarla magari su una rivista alla quale potrei presentarla, e così mantenendole per così dire il copyright o comunque la primazia, in modo che io possa discuterla e svilupparla con i miei allievi o in altre occasioni di dibattito, come ad esempio quella del 15 giugno a Urbino, alla quale chissà se troverà tempo e voglia di partecipare tra il pubblico attivo.
Per ora un augurio di anastasi primaverile,
SR




Niccolò III


Gentile Professoressa Ronchey, 
mi permetto di disturbarla per associarmi agli apprezzamenti entusiastici del suo recente libro sulla Flagellazione. Per quanto possa valere la mia opinione,(sono dilettantisticamente appassionato di pittura rinascimentale, in particolare di Piero della Francesca), trovo convincente l'identificazione del gentiluomo in broccato con Niccolò III. 
Mi rimarrebbe la curiosità di chiederle che evoluzione abbia avuto una precedente ipotesi sull'identificazione del gentiluomo in broccato, che lei in passato sarebbe stata incline a riconoscere come Ludovico Gonzaga, (secondo quanto riferì Marco Carminati in un articolo sul Domenicale del Sole 24 ore del 7-4-2002), sulla base di riscontri concernenti un rimando all'araldica gonzaghesca del motivo ornamentale della pellanda e ad un busto bronzeo conservato a Berlino. 
Non mi pare di aver trovato, nel libro o nel regesto maior online, tracce di questa precedente ipotesi. 
cordiali saluti
Dino


Caro Dino,
grazie, anzitutto, dei suoi apprezzamenti e della sua mail.
Le ragioni che mi hanno indotto a scartare l'ipotesi, già formulata da Marilyn Lavin e da me ripresa nell'articolo apparso sulla Byzantinische Zeitschrift dell'anno 2000 ed esposto nel resoconto di Carminati, sono varie e difficilmente sintetizzabili del tutto in poche righe.
Posso dirle che da un lato, avendo ottenuto dopo lunga attesa dal Bode-Museum di Berlino le foto del busto bronzeo secondo altre angolazioni, la somiglianza non appariva più così netta, e peraltro alcuni dettagli la contraddicevano. D'altro lato, come mi ha fatto notare già all'uscita del contributo scientifico sulla BZ Salvatore Settis, se il "piano della trattativa" è da situarsi cronologicamente nel 1438 e non nel 145859, è impossibile, per le leggi stesse della pittura, che due personaggi ritratti in due momenti storici diversi dialoghino fra loro sullo stesso piano: dunque il Bessarione trentenne del concilio di Ferrara del 1438 non potrebbe in nessun caso trovarsi accostato, allo stesso livello prospettico, al padrone di casa della conferenza di Mantova del 1459. 

Di qui sono partite le mie ricerche: se il concilio raffigurato è quello di Ferrara, e ce lo indica, oltre all'età di Bessarione, anche e soprattutto la presenza di Giovanni VIII sul trono, che è una vera e propria forma di datazione degli eventi del quadro da parte del suo autore, come avrà letto nel mio libro, allora occorreva trovare un personaggio estremamente eminente e autorevole, come indicano sia la sontuosità della veste, sia il drappo rosso, e certamente riconoscibile agli spettatori del quadro, che avesse l'età e il ruolo del gentiluomo in broccato, ma vent'anni prima. 

Niccolò III mi è venuto subito alla mente, e lo avevo quasi scartato perché fin troppo ovvio, finché non ho trovato notizia della quasi certa esistenza e circolazione di una sua medaglia, eseguita da Pisanello e oggi purtroppo perduta. Di qui, sulle tracce degli schizzi preparatori alla medaglia, ho trovato al Cabinet des Dessins i due profili appena abbozzati sui due cartoni pisanelliani, di cui gli scarsissimi studi sull'iconografia di Niccolò III non avevano sinora tenuto conto e di cui parlo nel libro.

Spero che la mia risposta soddisfi la sua curiosità. Naturalmente il processo di ricerca è stato molto più complesso e ha tenuto conto di molti altri dettagli, di cui sarebbe impossibile parlare in una mail. Mi resta peraltro il dubbio dell'orecchio a punta e a questo proposito sono alla ricerca di ulteriore iconografia nonché di eventuali misconosciute o a me sfuggite descrizioni scritte del signore di Ferrara che possano spiegarlo: chissà, le capitasse di leggere qualcosa...
Un cordialissimo saluto,
SR




Nel cuore del libro


Cara Silvia,

forse avrei dovuto aspettare ancora un po' a scriverti ma ho avuto il tuo libro da pochi giorni e già ho bisogno di dirti qualcosa. Innanzitutto, sto avviando la lettura come è mio solito, cioè in maniera random. Purtroppo è il mio sistema di leggere non riesco se non raramente e con grande forzatura a leggere dall'inizio alla fine e ciò anche quando mi trovo davanti a documenti d'archivio o a fonti antiche. Il mio sguardo si muove sulla pagina e sul libro in modo libero. Fortunatamente (correggimi se mi sbaglio) il tuo libro è strutturato per una lettura random. Sono andato avanti nella lettura saltellando tra indice e sollecitazione dei titoli.
Innanzitutto una critica da un viaggiatore testuale random: ho avuto problemi a ritrovare i capitoli nel regesto minore; gli inglesi (e americani) in questi casi hanno la buona usanza di indicare le pagine cui le note a fine testo si riferiscono. Se avessi avuto tale ausilio avrei guadagnato tempo. Cosa costava, ad esempio, a pagina 491, inserire accanto al titolo Vent'anni dopo le pagine 272-274? Oppure, in testa alla pagina 491 scrivere 269-281, che sono le pagine cui le note bibliografiche si riferiscono? Un suggerimento per la prossima edizione specie nel caso tuo nel quale i capitoli sono oltre il centinaio.

Ma tornando a noi, ho ovviamente letto i capitoli una mistica della misura e la prospettiva e la storia. Sul primo ci sono alcune piccole imprecisioni ma che possono colpire solo un pedante come me che insegna e studia la prospettiva e la sua storia. In generale il capitolo tiene dal punto di vista del tuo linguaggio e delle tue finalità, ci sarebbe qualche aggiornamento bibliografico con le alcune cose pertinenti, quali gli scritti di Martin kemp (The Science of Art, 1990), J. V. Field, gli atti sulla prospettiva curati da Marisa  Dalai (Piero della Francesca tra arte e scienza, 1996) e un lavoro eseguito da un ricercatore di Pisa sulla restituzione prospettica della Flagellazione attraverso procedure computerizzate.  A mio avviso invece sono le "espressioni" di Wittkower (andrò a rivedere il suo lavoro del 1953) di Clark e di altri che non reggono ad una moderna analisi epistemologica, il lor linguaggio è ancora intriso di una visione che definirei "esteticheggiante" che risolve con parole e frasi "liriche" questioni scientifiche a loro ignote o mal interpretate: la frase "la luce proviene da una fonte indefinibile, ma innaturalmente da nord" mi sembra priva di senso; come sono stati individuati i punti cardinali nel dipinto? Così come privo di senso è la ricerca di un modulo cui soggiace l'intera composizione, nel sistema prospettico che nega il modulo. Già Alberti aveva negato il principio della modularità nel digradare del pavimento (I,19). Però per correggere questo linguaggio e i significati che questo linguaggio veicola si è fatto ancora poco; pertanto, non condivido ma tu non avevi altra scelta. D'altronde tutti i lavori che citi sono tra gli anni '50 e, al più, '70 (30- 50 anni fa!). 

Ti ho scritto così in anticipo, prima di una lettura più ampia del tuo testo, anche perché vorrei sapere qualcosa da te: cosa conosci tu del rapporto Bessarione-Regiomontano-Piero? Ho letto, ovviamente L'astrolabio di Regiomontano, ma parli di lui solo in quell'occasione. Sono alla ricerca di legami Regiomontano-Piero (che ci devono essere anche se mediati dal Cardinale) e mi chiedo se puoi darmi qualche indicazione.

Un caro saluto e . . .  complimenti.

Vladimiro

P.S.: non ti ho detto che la tua ipotesi è convincente e affascinante, così come ho trovato interessanti i riferimenti ai cicli di Benozzo e di Mantegna.



Caro Vladimiro Valerio,

sì, è proprio così, il libro è strutturato anche per una lettura random. Ed è vero quello che scrivi sul regesto minor: è difficile orientarsi, e cercherò di convincere la casa editrice a introdurre le razionalizzazioni che suggerisci nell'edizione paperback, che dovrebbe uscire in primavera. Preziosissime, poi, le tue indicazioni bibliografiche, che pure cercherò di vagliare e di integrare nella nuova edizione del libro.
Quanto ai possibili rapporti tra Piero e Regiomontano, penso che dovresti rivolgerti a David King, lo studioso che ha scritto i saggi relativi all'astrolabio nel catalogo della mostra su Bessarione della Marciana. Fra l'altro, ha di recente proposto una sua interpretazione della Flagellazione legata proprio all'astrolabio, alle sue simbologie e al rapporto tra Regiomontano e l'ambiente platonico italiano cui Bessarione lo introdusse. Ecco il suo indirizzo e-mail: Kingabumax@aol.com. Ed ecco anche il suo indirizzo completo: 
Prof. David A. King

Director
Institute for the History of Science
IGN - FB 13
Frankfurt University
D 60054 Frankfurt am Main

Tel. +49-69-7982-2754
- 2337 (Secretary, Herr Wagner)
- 2338 (Librarian, Herr Dyga)

Un saluto cordialissimo, e se hai ulteriori osservazioni, man mano che vai avanti nella lettura del mio libro, mi raccomando, continua a sottopormele!
SR


Otto e mezzo (2)


Gentile professoressa,
Premesso che la storia islamica sia affascinante e l'esotismo ha spesso impregnato fior di intellettuali, che l'Islam ora per le connotazioni antioccidentali e anticapitalistiche faccia sorgere in molti a sinistra nuove speranze è comprensibile. Ciò però non deve ottenebrare la ricerca storica.
Il sig . Luca ha analizzato il rapporto Islam Bisanzio in maniera oggettiva.
Il primo contatto, Yarmuk ne è un esempio lampante.
Per la crociata del 1204 ricordo che vi fu per tutti i partecipanti la scomunica.
Ora sostenere che Arabi prima e Turchi poi furono alleati di Bisanzo mi sembra siauna visione immaginifica ed utopica non suffragata dalle testimonianze dei contemporanei.
Pensiamo alle testimonianze di chi alla presa di Costantinopoli fu presente. Anche ad una agonizzante Costantinopoli non fu risparmiata la pre-strage d'Epibation.
L'Impero cadde grazie alle mutilazioni arabe ed infine turche. Il glorioso Costantino XII Dragases mori\' da Cristiano e dopo il 12/12/1452 da Cattolico.Infatti i Greco Ortodossi il 20 maggio lo venerano come santo e Martire.
Cara professoressa ,lei ricorda quei rabbini negazionisti che recentemente hanno fatto parte del comitato scientifico, della Conferenza di Teheran.
La tendenza attuale a che i Desideri si facciano Diritti non pensavo potesse applicarsi alla
storiografia. Io da anglofilo, infatti, non mi sognerei mai di descrivere la Conquista dell'India come dolce.

Maurizio



Caro Maurizio,
potremmo in effetti continuare a dibattere all'infinito sui temi complessi del rapporto cristianesimo-islam e sulla valutazione degli effetti dell'islamizzazione del Mediterraneo orientale, come facevano secoli fa Manuele II Paleologo e il direttore della madrassa di Ankara, citati da Benedetto XVI nel suo ultimo viaggio a Istanbul, e come si faceva anche da noi nelle accademie... Sono in parte d'accordo con quello che dice (non vedo assolutamente in Mehmet II un Flaminino: basta leggere cosa fece, e perché, alla famiglia Notaras, cioè a quella che avrebbe dovuto essere la sua futura aristocrazia di corte, quando fu invitato da loro a cena...), e trovo interessanti molti dei suoi spunti di riflessione, e ciò non toglie che io sia tuttavia in radicale disaccordo con molte altre delle cose che scrive, e che fanno sembrare a me la sua posizione ideologica quanto a lei è potuta sembrare la mia... Non lo è, mi creda, sono assolutamente convinta che il compito fondamentale dello storico sia proprio scongiurare, in sé e negli altri, l'influenza delle ideologie. E però spesso è difficile sceverare, non solo nelle fonti storiografiche secondarie ma anche nelle stesse fonti primarie, quello che Luciano Canfora chiama "lo spazio della propaganda". La riflessione è lunga, e va ben oltre lo spazio di qualche mail. La rimandiamo a qualche convegno prossimo venturo? Quando ce ne saranno su questi temi ne darò senz'altro notizia in questo sito.
Per ora grazie, e alla prossima.
SR




Porta chiusa


ho letto con vivissimo interesse il suo ultimo libro, anche per una ragione di carattere personale: infatti, la tavola urbinate mi diede tempo fa l'ispirazione per un breve racconto,poi utilizzato come soggetto per un cortometraggio (dal titolo indicato in oggetto).
Luca



Caro Luca,
sono molto felice che abbia letto il mio libro, e sarei felice di leggere io il suo racconto, nonché di vedere il cortometraggio che ne è stato tratto. E penso che anche gli altri frequentatori di questo sito lo sarebbero. Ci dà qualche indicazione?
Un cordialissimo saluto,
SR



Adonis


Egregia professoressa Ronchey,

ho appena concluso la lettura del Suo Enigma di Piero: l’ho trovato un’opera entusiasmante e commovente. Solo lavori così, di storici intelligenti, sono in grado di prendere noi profani per mano e condurci nelle antique corti delli antiqui homini, a contemplare grandezza e miseria delle umane cose.

Con l’imbarazzo del neofita vorrei proporle una mia riflessione sulla Flagellazione (le mie sono tutte domande mascherate da affermazioni). Da molto tempo prima di leggere il Suo libro ero convinto che i fiori scolpiti sul fondo del cortile giusto intorno al giovane biondo avessero direttamente a che fare con la sua identificazione: la loro posizione non può essere casuale (è strano che Lei non ne faccia menzione). Vede, io sono un ingegnere, ma ho la passione per la botanica, e mi sono fatto l’idea che quei fiori possano essere delle Ranunculaceae, con quelle foglie cauline che sbucano da sotto i petali; in particolare, degli Adonis (molto, molto stilizzati), i fiori che si dice spuntati dal sangue di Adone ferito dal cinghiale.
Bene: se il giovane biondo fosse il dio Adone, il dio della rinascita vegetativa? Certo, è Tommaso, ma potrebbe essere Tommaso in veste di Adone. In fondo l’accostamento non è peregrino: Tommaso, lei mi ha insegnato, “muore” come basileus, ma così come Adone anche Tommaso potrà rinascere attraverso la crociata cristiana.
Se il giovane fosse Adone si spiegherebbe perché la sua figura si staglia contro un albero, l’albero di mirra da cui è stato generato, e perché cinge una cintura vegetale ritorta. Tra l’altro mi risulta che Adone fosse molto amato dai tardo pagani di Grecia, e – chissà – essendo uno dei pochi dei antichi in grado di morire e rinascere, potrebbe avere avuto una qualche importanza nelle riflessioni sincretistiche della Accademia di Mistrà.

A questo punto azzardo una ulteriore interpretazione della Flagellazione, teologica, ferma ovviamente restando l’interpretazione politica che da Lei ho appresa. Il quadro somiglierebbe all’affresco del Buono e cattivo governo di Lorenzetti: a sinistra la cattiva religione, dominata dalle separazioni e destinata inevitabilmente a produrre violenza; a destra la nuova religione, dove ortodossi, cattolici e pagani, simboleggiati dai tre personaggi, “convenerunt in unum”, cioè pervengono ad un culto unificato, ad una visione di Dio unitaria; in attesa che anche i musulmani si aggreghino a loro (ma pretendere un tale quartetto nel XV secolo è pretendere troppo).

Con stima
Dario



Caro Dario,
mail come la sua bastano da sole a ripagare un autore del lavoro settennale di un libro. Né lei mi sembra un profano, anzi, e se tale si considera, allora lo sono anch'io.
La sua riflessione mi coglie purtroppo in un periodo di superlavoro universitario. Mi riservo di meditarla a fondo e di darle un parere più puntuale e articolato non appena gli impegni didattici e le scadenze accademiche mi daranno un po' di respiro.
Per il momento le dico solo che l'idea di una sottotraccia pagana, o paganeggiante nel senso sincretistico in cui il platonismo quattrocentesco lo era, in silenzioso ma non stridente contrappunto con il messaggio più ortodossamente politico-religioso del quadro, non solo è affascinante, ma profondamente consonante con tutto quanto la mia (e non solo mia) ricerca porta in luce: mi appare quindi non solo plausibile, ma, ora che lei la rileva, quasi inevitabile.
Indagherò, ma continui a indagare anche lei, mi raccomando...
A proposito, posso domandarle di cosa si occupa nella vita?
Con stima,
SR



Fotografia infrarossa della «Flagellazione»


Salve,  mi occupo da alcune settimane del dipinto in oggetto. Mi chiedo se esistano fotografie eseguite con pellicole o sensori digitali agli infrarossi del quadro in oggetto. Se ne ha notizia, la prego di comunicarmelo.

Per il tempo che vorrà dedicarmi, anche per una risposta negativa, la ringrazio di cuore.
Con stima sincera,
Claudio



Caro Claudio,
purtroppo non ho notizia di foto della Flagellazione eseguite con sensori digitali agli infrarossi; il che non vuol dire necessariamente che non ne esistano. Ma di qualunque analisi sia stata recentemente effettuate sul dipinto è di certo al corrente Lorenza Mochi Onori, di cui le do qui sotto le coordinate: buona fortuna, e mi faccia sapere! 
SR

Soprintendenza per il patrimonio storico artistico ed etnoantropologico per le Marche 

* Piazza Rinascimento, 13 - 61029 - Urbino 
* Telefono: 0722.2760 
* Fax: 0722.4427 
* Email: urbino@arti.beniculturali.it
* Soprintendente: dott.ssa Lorenza Mochi Onori


Otto e mezzo (2) ripresa


Cara Silvia   grazie per  la  Sua,  ma non  posso non notare che
nonostante  la comunanza  delle  fonti   ,ahime', abbiamo  differenti  esegesi.Come poter infatti   interpretare  se non  in  univoca  maniera  Isidoro  di  Kiev et alia?
 Perché  le  distorsioni  ( di  testimoni  oculari   peraltro) dovrebbero esser  solo  occidentali , non  lo  comprendo  francamente.
Ripeto ,dalle stesse fonti  far diventare  Mehmet II un  novello Flaminino  che  libera  i  Greci  mi  sembra  eccessivo  .

Certa  storiografia   "creativa" mi  fa  rimpiangere  quella strettamente materialistica?   Se  vuole  posso  ricordare che  tutti i Patriarchi  ,
ma proprio   tutti dopo  la caduta di  Costantinopoli  ebbero  destini tristissimi se  non  tragici.6  subirono  morte  violenta,27  costretti  ad
abdicare,  105  deposti  d'  autorita'.
I  soli  restanti  22  poterono  esercitare  il loro  inistero  sino  alla loro  morte  ( naturale).
Non  si puo  pertanto  porre  sullo  stesso  piano Mehmet  II  ed   il Romano Pontefice  che  aveva  pieno  diritto  su   degli Scismatici.Ribadisco  che  Costantino XII  (  contando  il  Lescaris), mori' da Cattolico  in  quanto  solennemente  L'Unione  fu  sancita  il  12 dicembre 1452.  Che  dire?
Non  riesco  poi  a  comprendere  come  si  possa  virgolettare  le mutilazioni  subite  per  mano  araba.
Secondo  Lei   da cio' non derivarono  danni economici  grandissimi?Certo l'  economia  danneggiata , mette  in  opere meccanismi  compensatorii... Masarebbe come  sostenere  che  dopo  le  mutilazioni di  qualche  arto il lavoro cardiaco ne  gioverebbe....
Le  cose  furono  maledettamente  complesse :  la  Flotta  veneziana  a Negroponte  , lo  stratagemma  utilizzata  dal  Turco  per  bypassare il Corno  d'Oro  stranamente simile  a  quello     analogo  utilizzato sull'Adige dai  Veneziani  nel  1438  gettano  giustamente  ombre  sinistre  sull'onesta'  dei  Veneti anche  stavolta :come  nel  1204.
Infine  non  capisco  come  anche  la  lettura degli  autori  da  lei consigliati  possa  aggiungere  qualcosa  a  fatti  storici incortrovertibili.
La  caduta  di  una  grande  civilta'  per  mano  Turca  fu  una  tragedia epocale . Forse con  un  Mediterraneo  sicuro e  cristiano ben  diversi sarebbero  stati i  destini  e  dell'Occidente  e  lo  sviluppo  economico  del  Nord Africa  e  del  Medio  Oriente.
La  caduta di  Costantinopoli  fu  uno  stupro  . Sostenere  che  la Sublime  Porta  fu  la legittima  erede   di  quest'ultima  mi  sembra
sinceramente  una  costruzione  sofistica .
 
Con rinnovati  segni  di  stima,

Maurizio



Caro Maurizio,
pur convenendo in parte almeno con le sue premesse, e accomunandomi a lei l'anglofila, non posso che ribadire quanto ho già risposto a Luca. E guardi, non si tratta di un problema di differenza di opinioni - che naturalmente è più che normale, legittima, anzi sacrosanta su argomenti storici tanto complessi - ma di una questione di esegesi diretta delle fonti - esegesi che ci è giunta attraverso i secoli mediata e distorta da certo sguardo occidentale, e che è compito dello storico rettificare.

Costantino XI (non XII) Paleologo non era cattolico, e anzi il rancore anticattolico è una delle cause della caduta dell'impero ("Meglio il turbante turco che la tiara latina", si canticchiava in città ). La turcofilia bizantina, del clero ma anche di gran parte dell'élite laica, ha a che fare con la da lei citata crociata del 1204. Che ha a sua volta cause e dinamiche assai complesse, per le quali rinvio alla lettura dell'opera storica di un intellettuale bizantino, Niceta Coniata, non certo amante dei propri governanti, ma testimone oggettivo, anche oculare, di quanto accadde e dei suoi antecedenti politici: è stata tradotta, come le fonti sulla caduta di Costantinopoli che lei conosce e cita, nella collana della Fondazione Lorenzo Valla. Sulla posizione del papa di Roma (scomunica, ma anche sostituzione di gerarchie ecclesiastiche cattolico-latine a quelle greco-ortodosse, contrariamente a quanto avrebbe fatto l'islamico Mehmet II), gli studi e le discussioni sono innumerevoli, ma rimando a un breve testo edito in italiano da Einaudi, la Lezione di storia di un grande storico come Fernand Braudel, e in particolare al suo dibattito con una grande bizantinista come Helène Ahrweiler. In cui si parla anche del ruolo cruciale di Venezia, e in particolare di quella sorta di duello allegorico fra la giovane repubblica, emblema del protocapitalismo dei traffici e l'antico impero, erede della tradizione romana, che non può non illuminare, oltre al passato, il presente (rimando per questo ai testi di Nicol, ma anche ai miei più recenti scritti, oltre a quelli di molti altri studiosi che vi cito), e certamente le cause della fine dell'impero bizantino. Il quale di sicuro non cadde per via delle "mutilazioni arabe" del VII secolo, che anzi ne rafforzarono la compagine e ridefinirono il baricentro, consentendo una rinascita economica e un revival culturale che si espresse in una successione ininterrotta di rinascenze, dal IX al XIV secolo, le quali furono a loro volta concreta base e premessa del nostro rinascimento europeo.

Sul rapporto fecondo tra Bisanzio e califfato, e poi sulla convivenza multiculturale nel sultanato di Iconio, potrei indirizzarla a vari testi su Bisanzio e l'Islam, in particolare a quello di Alain Ducellier. L'espansione turca (nonché, se è per questo, la fine della pax mongolica, di cui possiamo considerare la caduta di Costantinopoli un epifenomeno) è certamente uno degli eventi fondamentali che segnano la fine dell'età antica e l'inizio di quella che chiamiamo era moderna, e su cui volumi e volumi sono stati scritti: il più classico e abbordabile è quello di C. Imber, The Ottoman Empire. 100-1481, Istanbul 1990. In ogni caso alla base della sconfitta del 29 maggio 1453 sono anche, se non soprattutto, ed è questa opinione unanime degli studiosi di ogni orientamento, gli interessi contrastanti e le inadeguatezze dell'occidente. Di tutto questo può trovare documentazione anche nei due già citati volumi curati da Pertusi per la Fondazione Valla. Per un'analisi storica più dettagliata, non certo filoislamica né esoticheggiante, rinvio alla lettura dettagliata della Storia dell'impero bizantino del serbo Georg Ostrogorsky, disponibile in paperback da Einaudi; oltre che a quella sintesi dei più aggiornati orientamenti sui singoli problemi da lei enumerati, che ho cercato di fornire nella "Bibliografia ragionata" del mio breve manuale anch'esso edito da Einaudi sotto il titolo Lo stato bizantino.
SR