mar 2007
		
	Niccolò III
10/03/07 Archiviato in: L'enigma di Piero
Gentile Professoressa Ronchey,
mi permetto di disturbarla per associarmi agli apprezzamenti entusiastici del suo recente libro sulla Flagellazione. Per quanto possa valere la mia opinione,(sono dilettantisticamente appassionato di pittura rinascimentale, in particolare di Piero della Francesca), trovo convincente l'identificazione del gentiluomo in broccato con Niccolò III.
Mi rimarrebbe la curiosità di chiederle che evoluzione abbia avuto una precedente ipotesi sull'identificazione del gentiluomo in broccato, che lei in passato sarebbe stata incline a riconoscere come Ludovico Gonzaga, (secondo quanto riferì Marco Carminati in un articolo sul Domenicale del Sole 24 ore del 7-4-2002), sulla base di riscontri concernenti un rimando all'araldica gonzaghesca del motivo ornamentale della pellanda e ad un busto bronzeo conservato a Berlino.
Non mi pare di aver trovato, nel libro o nel regesto maior online, tracce di questa precedente ipotesi.
cordiali saluti
Dino
Caro Dino,
grazie, anzitutto, dei suoi apprezzamenti e della sua mail.
Le ragioni che mi hanno indotto a scartare l'ipotesi, già formulata da Marilyn Lavin e da me ripresa nell'articolo apparso sulla Byzantinische Zeitschrift dell'anno 2000 ed esposto nel resoconto di Carminati, sono varie e difficilmente sintetizzabili del tutto in poche righe.
Posso dirle che da un lato, avendo ottenuto dopo lunga attesa dal Bode-Museum di Berlino le foto del busto bronzeo secondo altre angolazioni, la somiglianza non appariva più così netta, e peraltro alcuni dettagli la contraddicevano. D'altro lato, come mi ha fatto notare già all'uscita del contributo scientifico sulla BZ Salvatore Settis, se il "piano della trattativa" è da situarsi cronologicamente nel 1438 e non nel 145859, è impossibile, per le leggi stesse della pittura, che due personaggi ritratti in due momenti storici diversi dialoghino fra loro sullo stesso piano: dunque il Bessarione trentenne del concilio di Ferrara del 1438 non potrebbe in nessun caso trovarsi accostato, allo stesso livello prospettico, al padrone di casa della conferenza di Mantova del 1459.
Di qui sono partite le mie ricerche: se il concilio raffigurato è quello di Ferrara, e ce lo indica, oltre all'età di Bessarione, anche e soprattutto la presenza di Giovanni VIII sul trono, che è una vera e propria forma di datazione degli eventi del quadro da parte del suo autore, come avrà letto nel mio libro, allora occorreva trovare un personaggio estremamente eminente e autorevole, come indicano sia la sontuosità della veste, sia il drappo rosso, e certamente riconoscibile agli spettatori del quadro, che avesse l'età e il ruolo del gentiluomo in broccato, ma vent'anni prima.
Niccolò III mi è venuto subito alla mente, e lo avevo quasi scartato perché fin troppo ovvio, finché non ho trovato notizia della quasi certa esistenza e circolazione di una sua medaglia, eseguita da Pisanello e oggi purtroppo perduta. Di qui, sulle tracce degli schizzi preparatori alla medaglia, ho trovato al Cabinet des Dessins i due profili appena abbozzati sui due cartoni pisanelliani, di cui gli scarsissimi studi sull'iconografia di Niccolò III non avevano sinora tenuto conto e di cui parlo nel libro.
Spero che la mia risposta soddisfi la sua curiosità. Naturalmente il processo di ricerca è stato molto più complesso e ha tenuto conto di molti altri dettagli, di cui sarebbe impossibile parlare in una mail. Mi resta peraltro il dubbio dell'orecchio a punta e a questo proposito sono alla ricerca di ulteriore iconografia nonché di eventuali misconosciute o a me sfuggite descrizioni scritte del signore di Ferrara che possano spiegarlo: chissà, le capitasse di leggere qualcosa...
Un cordialissimo saluto,
SR
Fotografia infrarossa della «Flagellazione» (2)
03/03/07 Archiviato in: L'enigma di Piero
Salve,
la ringrazio molto per la sua risposta alla mia mail riguardante la fotografia infrarossa dell'opera di Piero Della Francesca "La flagellazione di Cristo". Le comunico che sono venuto a conoscenza di un sito in cui è disponibile, previa autorizzazione, la fotografia in oggetto. Il sito è arte.ino.it, come segnalatomi dalla gentile Sig.ra Chiara Mustarelli. Il mio interesse per questo particolare esame è nato in seguito ad una analisi delle ombre proiettate dalle fonti di luce sugli oggetti e sulle persone dipinte da P. della Francesca.
Un esperto che ha contattato l'ente per cui lavoro sostiene che l'area sovrastante la colonna alla quale è legato Cristo, riceve luce dall'esterno, riflessa dal cielo azzurro. I tre intercolumni della loggia, sotto la quale si svolge la flagellazione, sarebbero "tamponati" ossia chiusi, ad eccezione di quello centrale che sarebbe aperto nella parte alta e da questa apertura entrerebbe la luce particolare che illumina la porzione centrale di soffitto a cassettoni.Non sono d'accordo. La luce del cielo che penetra da una finestra non produce a mio avviso le ombre nette che si osservano nel dipinto. Tracciando una linea retta che prolunga i bordi delle ombre si può con una certa approssimazione stabilire la posizione della fonte di luce che produce le ombre stesse. Non è facile spiegarsi a parole, ma la direzione di almeno due ombre mi indica che la fonte di luce è posta fuori dal colonnato, ma vicino ad esso, ad una altezza grosso modo coincidente allo sguardo del Cristo!
Non posso dire che tipo di luce sia, perchè sospetto che ciò che emette luce sia coperto dai tre personaggi posti all'esterno ed in primo piano. Anche la sfera metallica che la divinità sopra la colonna regge con la mano sinistra, presenta i classici riflessi che una fonte di luce "puntiforme", non diffusa, diversa da quella del cielo, produce sulle superfici metalliche. La sfera ha due riflessi: uno, più vicino alle colonne, è netto e forte; l'altro, sul lato opposto, è sicuramente prodotto dal vicino soffitto ed infatti è più ampio e morbido. La fonte di luce che produce il primo riflesso non ha le caratteristiche della luce del cielo.
Un esame fotografico agli infrarossi forse può dare qualche risposta e rivelare il disegno della fonte di luce coperta dal personaggio con barba e cappello in primo piano. A dir la verità non ho molta fiducia negli infrarossi perchè ho fatto alcuni test con delle scritte coperte da semplice bianchetto e una strumentazione che registra fino a 1000 nanometri da me utilizzata non è riuscita a scoprire nulla. Le pellicole fotografiche si fermano a soli 900-920 nanometri. Mi chiedo se un esame radiografico sia possibile e se possa dare qualche possibilità in più.
Spero di non averla annoiata. La saluto con stima.
Claudio
Carissimo Claudio,
ciò che mi scrive è assolutamente affascinante. Purtroppo, non ho le adeguate cognizioni tecniche per darle indicazioni sulla fotografia multispettrale o sulla possibilità di un'eventuale analisi ai raggi X. Tuttavia, se la sua ipotesi è corretta - e neanche su questo saprei pronunciarmi con competenza, ma altri lettori le cui mail sono state inserite in questo Libro degli Ospiti potrebbero dare il loro parere -, non mi sembra sia affatto necessario supporre che Piero abbia realmente disegnato la fonte di luce: anzi, l'effetto sarebbe tanto più emozionante in quanto si tratterebbe di una fonte nascosta, di una sorta di fantasma di luce celato dietro la figura di Bessarione.
Ripeto, non so se la sua ipotesi sia corretta, ma spero proprio che il sito funzioni anche un po' da forum e che qualche lettore più competente di me intervenga a darci la sua opinione.
Per ora, non posso che ringraziarla della passione che la sua ipotesi insieme suscita e manifesta.
SR

